In attesa della attivazione della Cisoa, cresce la protesta contro il caro carburanti

Giornate di tensione nelle principali marinerie d’Italia. Come evidenziato già in tempi non sospetti dalla federazione di categoria della Ugl, l’aumento del costo dei carburanti sta avendo un effetto devastante su un settore già duramente colpito dalle misure restrittive imposte dal contrasto alla diffusione del Covid-19. La lunga chiusura dei ristoranti e la loro successiva apertura limitata hanno prodotto una fortissima perdita di potere d’acquisto fra i piccoli pescatori professionali, spesso dipendenti o soci di cooperative, praticamente per tutto il 2020 e per larga parte del 2021. Non a caso, proprio nel corso dello scorso anno, ai tavoli di confronto fra il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, e le parti sociali era arrivata dai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl la richiesta di avere un ammortizzatore sociale stabile per i pescatori, coperti fino a quel momento soltanto da una indennità nel periodo di fermo pesca obbligatorio e non obbligatorio. Nella riforma degli ammortizzatori sociali, inserita all’interno della legge di bilancio per il 2022, è prevista l’estensione della cassa integrazione agricola, la cosiddetta Cisoa, anche alla pesca a decorrere dal 1° gennaio scorso. In attesa dei decreti attuativi, rimane, però, in piedi la gestione dell’emergenza carburanti, una questione delicata vista anche la normativa europea sugli Aiuti di Stato.