Per i beni alimentari l’indice è salito all’11,5%

Ancora un nuovo record legato all’inflazione e questa volta il dato arriva dall’OCSE, dove l’indice dei prezzi al consumo è arrivato a toccare il 9,2% ad aprile, contro l’8,8% di marzo. La componente di fondo, esclusi quindi i beni più volatili come gli alimentari e l’energia, mostra invece un aumento al 6,3%, dal 5,9% del mese precedente, mentre l’inflazione dei soli beni alimentari è salita all’11,5%, accelerando dal 10% di un mese prima. In accelerazione, nell’area OCSE, l’inflazione sui servizi, passata dal 3,9% al 4,4%. Entrando nel dettaglio, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico spiega che nell’Eurozona l’indice è rimasto stabile al 7,4% e nei Paesi del G7 al 7,1%. L’inflazione più elevata è stata registrata in Turchia e in Estonia, ma sono nove, in tutto, i Paesi OCSE dove l’indicatore ha raggiunto la doppia cifra. Per quanto riguarda l’Italia, uno dei soli cinque Paesi dell’area ad aver riportato un rallentamento dei prezzi ad aprile, le ultime stime dell’Istat mostrano una nuova accelerazione a maggio, con l’indice previsto in salita al 6,9% (dato più alto dal marzo del 1986) dal 6% del mese precedente. In particolare, secondo l’Istituto, l’accelerazione sarà legata ancora una volta agli aumenti dei prezzi dei beni energetici, con conseguenze che si riverseranno sugli altri comparti merceologici. «Accelerano infatti i prezzi al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto – spiega l’Istat -, con gli alimentari lavorati che fanno salire di un punto la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +6,7%».