Il grano bloccato nei porti ucraini è stato al centro dei colloqui telefonici tra Draghi, Zelensky e Putin

«È necessaria un’iniziativa europea per sbloccare il grano a Odessa». Così il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, intervenendo durante un’intervista all’emittente radiofonica francese, France Inter. Ed è stato proprio il grano ucraino, bloccato nei porti a causa della guerra scoppiata con l’invasione russa, al centro dei colloqui telefonici tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il leader del Cremlino, Vladimir Putin, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Sbloccare il grano è un passaggio fondamentale per impedire una crisi alimentare, specialmente nei Paesi più poveri: secondo Letta, serve il «grano possa andare verso i Paesi che ne hanno bisogno e sarebbe un errore enorme se gli europei si concentrassero solo sui propri problemi. Bisogna dare prova di visione e ristabilire questo legame forte con i paesi meno sviluppati».
Prosegue, nel frattempo, senza sosta l’iniziativa diplomatica del governo italiano, che non rinuncia al dialogo con la parte russa. Come chiesto a gran voce dai due principali partiti che sostengono la maggioranza, Movimento 5 stelle e Lega. Nel weekend, ad esempio, si è parlato di un possibile viaggio del leader della Lega, Matteo Salvini, a Mosca. Oltre agli sforzi per una soluzione diplomatica del conflitto, però, il governo è impegnato per ridurre l’impatto della guerra sulle famiglie e sulle imprese italiane, a partire ad esempio dal caro energia. «Noi abbiamo assolutamente bisogno di questa svolta europea per affrontare l’emergenza energetica», ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, a margine di un incontro elettorale a Verona. Secondo l’ex premier, «occorre una strategia comune con un price cap, un tetto calmieratore, un piano di acquisto comune del gas, stoccaggi in comune. Draghi non deve mollare fino a quando non otterrà questo nelle conclusioni, nero su bianco». «Il nostro presidente del Consiglio oggi deve sentire la forza di tutta una nazione, la nazione Italia, che lo sostiene», ha concluso Conte.