Il ministro: «Dobbiamo porre fine a 20 anni di crescita stagnante»

«A due anni dallo scoppio della pandemia, questa sarebbe dovuta essere una fase di ripresa economica e graduale ritorno alla normalità. Da 90 giorni, invece, viviamo una fase di difficoltà e di grande incertezza, che vede impegnati il governo e tutti gli attori dell’economia». Così il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso del suo intervento ad un convegno organizzato dalla Consob, durante il quale ha ricordato che «negli ultimi due anni ci stiamo misurando con la pandemia più importante dell’ultimo secolo, con un aumento dei prezzi dell’energia e una nuova guerra in Europa». «Osserviamo un rallentamento dell’attività economica – ha aggiunto -, e il quadro economico si è deteriorato bruscamente». Ma, ha avvertito, la gestione dell’emergenza non «ci deve far perdere di vista il nostro problema principale, ovvero la bassa crescita», ricordando poi che l’esecutivo ha limato la crescita per l’anno in corso dal +4,7% al +3%. «Dobbiamo porre fine a 20 anni di crescita stagnante – ha continuato il ministro Franco -, la bassa crescita riflette fattori diversi, tra cui la debole dinamica degli investimenti in capitale fisico». «Gli investimenti fissi lordi complessivi – ha proseguito – nel 2019 costituivano il 18% del Prodotto Interno Lordo. Dopo la flessione nel 2020, nel 2021 c’è stata un’inversione di tendenza con un’incidenza pari al 20%. Puntiamo a raggiungere il 22% nei prossimi anni, in linea con la media europea». «Gran parte degli investimenti -ha aggiunto – dovrà essere effettuata dal settore privato».