Con il presente numero di Meta sabato, si approfondisce un progetto che ha visto e vede la nostra Organizzazione sindacale in prima linea, in partnership con Assforseo, uno dei soggetti formativi maggiormente accreditati nel nostro Paese. Attraverso l’accesso ad un finanziamento del Fondo Fami, relativo all’inclusione delle persone immigrate nel nostro Paese, l’Ugl ha promosso un percorso formativo e informativo rivolto alle persone provenienti da Paesi extra Ue a rischio caporalato. Negli ultimi anni, il fenomeno si è esteso a macchia d’olio in larga parte delle nostre campagne con il sorgere di vere e proprie baraccopoli, ai margini della legalità e prive di ogni minima condizione igienica, che accolgono migliaia di lavoratori, occupati per pochi euro e per tante ore al giorno. La questione caporalato, però, non nasce oggi. A metà degli anni ’90, l’Ugl promosse una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al fenomeno del caporalato nei cantieri edili, documentando con foto ed altro materiale quanto accadeva nelle vie periferiche delle grandi città, a partire da Roma. Grazie ad interventi normativi mirati, il fenomeno del caporalato, che è cosa diversa dal sommerso, si è fortemente ridotto nell’edilizia. In agricoltura, ciò non è ancora avvenuto, nonostante sia a livello centrale che in ambito territoriale si è provato a mettere in campo risorse importanti. Ugl e Assforseo, in questo percorso, hanno provato a dare il loro contributo attivo, andando ad intercettare mille fra lavoratori e lavoratrici a forte rischio caporalato. A secondo delle esigenze individuate, si è intervenuto con strumenti diversi, dai bonus monetari ai corsi di italiano.

di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL