Secondo il premier britannico «è assolutamente vitale continuare a sostenere militarmente gli ucraini». Mosca: «L’Occidente sta cercando di rimuovere nostro paese da mappa»

«Temo che Putin, a caro prezzo per se stesso e per l’esercito russo, continui a guadagnare terreno nel Donbass. Sta continuando a fare progressi graduali, lenti, ma temo tangibili e quindi è assolutamente vitale continuare a sostenere militarmente gli ucraini». Così il premier britannico, Boris Johnson, parlando a Bloomberg Uk. Un’affermazione che sembra andare in direzione della richiesta, arrivata via Telegram, da parte del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: «Se il mondo è veramente unito e onesto riguardo a questa aggressione russa contro il nostro Stato sovrano, la velocità con cui porre fine a questa guerra sarà misurata in settimane. Prima le nostre terre saranno liberate dagli occupanti – ha quindi aggiunto –, più le persone in tutto il mondo saranno protette in modo affidabile dai desideri aggressivi di chi vuole perseguire le politiche coloniali, come ai vecchi tempi». Poi, durante un discorso a un think tank indonesiano, Zelensky ha ribadito la necessità di dover parlare con il presidente russo, Vladimir Putin: «Ci sono cose da discutere con il leader russo. Non sto dicendo che il nostro popolo è ansioso di parlare con lui, ma dobbiamo affrontare la realtà. Cosa vogliamo da questo incontro? Rivogliamo le nostre vite. Rivogliamo la vita di un paese sovrano all’interno del proprio territorio, ma la Russia non sembra essere pronta per seri colloqui». In generale Kiev resta dubbiosa sulle reali intenzioni di Mosca. «Putin non rinuncia ai suoi piani. Questa guerra si trascinerà. Che sia settembre o ottobre, o la fine dell’anno, dipende dalla nostra resistenza, dallo stato delle nostre forze di difesa e dall’aiuto che ci danno», ha detto Vadym Skibitskyi, rappresentante dell’intelligence in un’intervista a Radio Svoboda. Tuttavia le preoccupazioni russe, attualmente, sono rivolte più all’Occidente che all’Ucraina. Riporta la Tass che Putin ha infatti osservato come la pressione di «un certo numero di Stati ostili» è «praticamente» un’aggressione. Lo stesso parere è stato espresso dal primo ministro russo Mikhail Mishustin: «L’Occidente sta cercando di cancellare il nostro paese, di rimuoverlo dalla mappa del mondo. Vengono imposte sanzioni finanziarie, economiche, umanitarie, la discriminazione e le pressioni continuano nei campi della scienza, dello sport, della cultura e sui nostri compatrioti all’estero. Questo per la sola ragione che stiamo proteggendo i nostri interessi nazionali». Ugualmente, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha ribadito – riferisce ancora una volta la Tass – che l’Occidente ha dichiarato una «guerra totale» alla Russia e che «nessuno adesso lo nasconde».