Ad oltre due anni dalla pandemia, il 39,3% è poco disposto e il 22,7% per niente ad un’ulteriore limitazione della libertà

Ad oltre due anni dallo scoppio della pandemia, il Rapporto Italia dell’Eurispes ha sondato le opinioni degli italiani, chiedendo loro cosa ne pensano e se sono disposti ad accettare «un’ulteriore limitazione della libertà individuale», in caso di necessità. «Il 38% si dice disposto, se necessario (il 29,5% abbastanza, l’8,5% molto), ma un più cospicuo 62% manifesta un atteggiamento di chiusura (il 39,3% è poco disposto, il 22,7% per niente)», riferisce l’Eurispes. Che ha chiesto agli italiani quale potrebbe essere l’origine e la causa dell’emergenza sanitaria. Il 46,6% «ammette di non avere idea». Quote minori ritengono che «ci sia dietro qualcuno» (25,7%) e che sia stato «solo una casualità» (22,9%). Il 4,8% sostiene che «non esiste nessuna vera pandemia», negando de facto ogni evidenza: superiore alla media, il dato registrato tra gli elettori del Movimento 5 stelle (9,2%). Analizzando le statistiche, emerge che «la tendenza ad individuare un colpevole della pandemia caratterizza in misura maggiore quanti possiedono un basso titolo di studio» – all’aumentare del livello di istruzione, aumenta la percentuale di chi crede che non sia colpa di nessuno –, tra quanti dichiarano di non sentirsi rappresentati politicamente (32,4%) e tra chi si professa di destra (32,1%).