di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Oggi una decina di operai a Milano ha deciso di scioperare “pericolosamente”, alcuni sul braccio di una gru, altri sul tetto di un edificio di cinque piani in ristrutturazione in via Ugo Betti, alla periferia di Milano, perché non hanno ricevuto gli ultimi stipendi dalla loro ditta, che sta svolgendo i lavori in subappalto. Si tratta di una ennesima ma più evidente rappresentazione del disagio che si vive nel mondo e nel mercato del lavoro, per diverse ragioni, e di ciò che come UGL, suffragati dalle rilevazioni Censis, intendiamo combattere: la povertà del lavoro. Lavoro che è povero non perché non si riceve lo stipendio, – questa è altra questione – ma perché è povero persino quando lo si riceve. Nel frattempo, la povertà estrema o assoluta, cioè quella condizione nella quale non si dispone affatto o adeguatamente di acqua, cibo, vestiario e abitazione, continua ad aumentare e come efficacemente sintetizzato-denunciato oggi dal quotidiano Avvenire sono stati «bruciati decenni di lotta alla povertà». La ong Oxfam, in apertura al meeting annuale del World Economic Forum a Davos, cioè al meeting dei super ricchi, ha denunciato che nel 2022 la spirale della povertà estrema rischia di inghiottire 1 milione di persone ogni giorno e mezzo, mentre i super ricchi, che controllano le grandi imprese nei settori alimentare e dell’energia, continuano ad accrescere i loro profitti, al ritmo di 1 miliardo di dollari ogni due giorni (totale 453 miliardi di dollari).
Sempre sul quotidiano Avvenire, in un editoriale firmato da Marco Girardo, si fa notare giustamente come la pandemia non si sia rivelata affatto una livellatrice, così come molti avevano immaginato dopo il primo anno di lotta globale al coronavirus. Ad essa, come se non bastasse, si è aggiunto il conflitto in Ucraina, che, oltre a far impennare i prezzi di gas e petrolio e schizzare in alto l’inflazione, sta portando ad una crisi alimentare globale, a causa anche dei 22 milioni di tonnellate di frumento bloccati, nel porto di Odessa e in altri porti nel Mar Nero. A quanto pare in “materia povertà” e di crisi alimentare sia il World Economic Forum sia Oxfam, ong impegnata nella lotta alle diseguaglianze, si trovano d’accordo. Siamo dunque all’inizio di una nuova era?
Sicuramente, ma prima di arrivare a destinazione, che nessuno onestamente davvero conosce e soltanto (negativamente) sospetta, non possiamo solo prendere atto che, nel 2022, vedremo arrivare alla soglia della povertà estrema ben 263 milioni di persone. Così come non possiamo restare inermi di fronte alle diseguaglianze, che a loro volta continuano ad aumentare proprio qui in casa nostra, in Italia. Non sono né il Reddito di Cittadinanza né un salario minimo per legge, più fumo negli occhi che sostanza, le risposte. L’unico baluardo alle diseguaglianze e alla povertà è soltanto il lavoro, solido e adeguatamente retribuito. Un lavoro come dovrebbe essere e come è stato.