Lagarde apre allo stop dei tassi di interesse negativi entro settembre. Ma non è detto. Il governatore della Banca di Francia e membro del Consiglio Bce, Francois Villeroy de Galhau, la smentisce: «Non dobbiamo essere precipitosi»

Sostiene oggi Lagarde sul quotidiano La Stampa e in una intervista a Bloomberg Tv, a margine del World Economic Forum a Davos: «Alla Bce è il momento di agire ma non siamo nel panico». Il che vuol dire “stop” ai tassi di interesse negativi e agli stimoli entro settembre, «poi calibreremo, valuteremo», al fine di normalizzare la politica monetaria e fermare l’inflazione. Con tutto quello che sta accadendo e che sta emergendo dallo stesso Forum di Davos, normalizzare la politica monetaria e muoversi «probabilmente in territorio positivo alla fine del terzo trimestre» appaiono due affermazioni molto spericolate, tanto quanto l’affermare «non siamo nel panico».
In realtà, la sua intenzione, già precedentemente annunciata, di stoppare i livelli negativi dei tassi di interesse per la fine di settembre con due rialzi in sequenza sul costo del danaro ha scombussolato i mercati, innescando uno scatto dell’euro ai massimi da un mese. Perché attendere luglio? Perché «non siamo in modalità di panico, abbiamo pensato un percorso, con passi molto chiari davanti», negando anche che la Bce sia in ritardo in questa manovra antinflazionistica. «Siamo in una situazione ampiamente diversa da quella degli Usa e siamo perfettamente in tempo, non in ritardo. E poi c’è anche un grande valore nell’essere saldi, prevedibili».
Tutti d’accordo quindi? Non proprio. Il governatore della Banca di Francia e membro del Consiglio Bce, Francois Villeroy de Galhau, intervistato sempre da Bloomberg Tv dal Forum economico mondiale ha dichiarato: «Voglio essere chiaro, in questo momento non c’è consenso su un rialzo dei tassi da mezzo punto», lasciando così confermare che la “spinta in avanti” della Lagarde sia stata dettata dalla pressione di alcuni colleghi “falchi” che vorrebbero una normalizzazione più aggressiva della politica monetaria, perché contrari alla politica monetaria a suo tempo, 26 luglio 2012, impostata da Mario Draghi («whatever it takes») per evitare all’euro di cadere nelle trappole della speculazione a causa della crisi del debito sovrano.
Per Francois Villeroy de Galhau, la Bce «deve muoversi nella giusta direzione, naturalmente. Ma non dobbiamo essere precipitosi o farci prendere dal panico». Insomma, doppia smentita e cioè sia sullo stop ai tassi di interesse negativi sia sulla rassicurazione che «non siamo nel panico». Chi avrà ragione?