L’obiettivo è quello di mettere insieme i dati sulle ispezioni nelle aziende

Le incognite, al momento, sono due: i tempi effettivi di entrata a regime e il ruolo che le parti sociali, in particolare i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, saranno chiamati a giocare in quella che appare, ad ogni giorno che passa, una partita decisiva sia sul versante della sicurezza che su quello della sostenibilità finanziaria del Paese. Il decreto-legge 36/2022, in via di conversione in Parlamento, prevede la creazione di un portale unico per la lotta al sommerso attraverso la confluenza dei dati derivanti dalle attività ispettive dell’Ispettorato nazionale del lavoro, cui compete la tenuta del portale, dell’Inps, dell’Inail, dei Carabinieri e della Guardia di finanza. Restano fuori, salvo correttivi durante l’iter parlamentare, le attività ispettive effettuate da altri soggetti, ad iniziare dalle Asl, dai Vigili del fuoco e dalla stessa Polizia locale. Con il portale nazionale del sommerso, il governo punta a colmare un deficit di informazione più volte evidenziato dai sindacati e dalle associazioni datoriali che neanche la creazione dell’Ispettorato ha superato. Già in passato era stata prevista la condivisione della banche-dati proprio per agevolare l’attività degli ispettori, ma, a conti fatti, esistono ancora ampi spazi vuoti normativi, oltre che, naturalmente, di conoscenza del fenomeno dalla portata enorme, considerando che i lavoratori irregolari sono circa 3,5 milioni.