Per Kiev impossibile cessate il fuoco «senza ritiro delle truppe russe». Sul piano italiano il Cremlino precisa: «Non lo conosciamo, ma ogni contributo è gradito»

Si riaprono spiragli di dialogo tra Mosca e Kiev? Presto per dirlo, ma certo è che le parole del viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, fanno sperare per una ripresa dei negoziati dopo la fase di stallo delle ultime settimane. Rudenko, infatti, ha confermato all’agenzia di stampa russa Interfax che Mosca è pronta a riprendere i colloqui con l’Ucraina, «quando Kiev si dichiarerà pronta a farlo». Si tratta di una sottolineatura che assume un significato particolare, perché arriva dopo le dichiarazioni del consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak, il quale su Twitter, aveva già spiegato che il cessate il fuoco è «impossibile senza il ritiro totale delle truppe russe». «La società ucraina – aveva poi aggiunto Podolyak in riferimento agli accordi di pace (mai davvero attuati) sottoscritti in Bielorussia nel 2014 e ancora nel 2015 – non è interessata a una nuova “Minsk” e al ritorno della guerra tra pochi anni. Fino a che la Russia non è disposta a liberare completamente i territori occupati, i nostri negoziatori sono le armi, le sanzioni e i soldi». Quanto alle mosse della diplomazia internazionale, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito il suo impegno: «Stiamo perseguendo una politica equilibrata nelle relazioni sia con la Russia che con l’Ucraina. Non ho intenzione – ha detto oggi in un incontro con i giovani turchi ad Ankara – di tagliare i legami né con Putin, né con Zelensky». Nel frattempo Mosca ha riferito di non conoscere i dettagli del piano proposto dall’Italia per l’Ucraina, ma accoglie la partecipazione di chiunque possa contribuire al raggiungimento di un accordo. «È gradita – ha affermato a tale proposito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov – la partecipazione di tutti coloro che possono contribuire all’insediamento, nessuno rifiuta sforzi così sinceri, anche se purtroppo non conosciamo i dettagli di questo piano, non so se questo sia stato in qualche modo portato attraverso i canali diplomatici, abbiamo appreso questo dai media. Finora non posso fornire alcun commento sostanziale». Intanto, in una risoluzione adottata oggi, il Parlamento europeo si oppone al ruolo svolto dal regime bielorusso nell’assistenza alla guerra della Russia contro l’Ucraina, inclusi il referendum per ripristinare lo status nucleare del paese e l’uso del territorio bielorusso da parte dell’esercito russo per muovere truppe e armi, utilizzare lo spazio aereo, rifornirsi di carburante e immagazzinare munizioni militari. Il governo britannico, invece, ha annunciato nuove sanzioni contro le principali compagnie aeree russe, vietando di rivendere i loro slot aeroportuali. Nello specifico le compagnie aeree russe Aeroflot, Ural Airlines e Rossiya Airlines non potranno più rivendere i loro slot di atterraggio che non sono più autorizzate a utilizzare negli aeroporti del Regno Unito, per un valore stimato fino a 50 milioni di sterline (59 milioni di euro).