Secondo il presidente del Cnel, la contrattazione collettiva resta centrale

Fra i temi trattati dai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl nell’incontro con il leader della Lega, Matteo Salvini, un posto di rilievo è stato riservato alla questione del salario minimo legale, tema sul quale ritorna oggi con una intervista a La Stampa il presidente del Cnel, Tiziano Treu, conosciuto come il padre della flessibilità in entrata nel mercato del lavoro. Si deve infatti a lui la riforma che ha prodotto il fenomeno degli interinali, successivamente chiamati somministrati con la legge Biagi. I sindacati confederali e le stesse associazioni datoriali continuano ad esprimere la loro forte perplessità circa l’ipotesi di introdurre un salario minimo orario per legge, puntando piuttosto sulla contrattazione collettiva. Anche Treu appoggia questa visione, proprio per venire incontro alle richieste delle parti sociali. Del resto, ricorda il presidente del Cnel, l’Europa lascia ampi margini di discrezionalità ai Paesi membri, i quali possono decidere se intervenire attraverso una norma di legge oppure rimettere il tutto alle parti. Treu riserva una stoccata anche al presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, il quale ha quantificato in 9 euro lordi la soglia di paga oraria minima. Per Treu, è uno sbaglio indicare una soglia, senza prima aver fatto tutte le verifiche del caso. Insomma, la discussione si annuncia complessa già a partire da cosa debba intendersi per salario minimo.