Due voti di fiducia e il caos per la Commissione esteri del Senato: Governo in difficoltà. La maggioranza non converge su un unico nome e così viene eletta alla presidenza della Commissione Stefania Craxi (FI) con 12 voti a favore. 9 a Ettore Licheri (M5s)

Ben due voti di fiducia, andati a buon fine, alla Camera e al Senato, rispettivamente sul dl Taglia prezzi, passato con 391 voti favorevoli, 45 contrari e 2 astenuti, e sul dl Riaperture, già licenziato dalla Camera e con voti favorevoli pari a 201, contrari 38. Non basta: per la successione del pentastellato Petrocelli alla presidenza della Commissione Esteri del Senato, scardinato dalla sua sedia attraverso le dimissioni di tutti i componenti della Commissione stessa, è stata eletta l’on. Stefania Craxi (FI) con 12 voti a suo favore e 9 voti andati a Ettore Licheri (M5s), una persona astenuta. Risultato evidente di una mancata convergenza della maggioranza su un solo nome. Non appare ottima, dunque, la tenuta della maggioranza, già traballante a causa della divergenza di opinioni sul conflitto in Ucraina e sulle scelte da operare in merito. Ma non solo. Da una parte, il centro sinistra, al quale si sta restringendo il “campo largo”, immaginato dal segretario Enrico Letta – e sempre più difficile da realizzare – per includere qualcosa (M5s) e qualcuno (Giuseppe Conte) che proprio a pennello non calzano con le posizioni di Via del Nazareno. Dall’altra, il centro destra, il quale, dopo l’incontro di ieri dei tre leader – Berlusconi, Salvini e Meloni, – non è riuscito a produrre una sintesi comune, portando anzi a dichiarare Fratelli d’Italia che «l’unità della coalizione non basta declamarla. Occorre costruirla nei fatti». D’altronde, l’accordo per le elezioni amministrative è stato raggiunto per 21 città su 26; mancano le 5 più importanti. L’elezione di Stefania Craxi alla presidenza della Commissione esteri è il secondo schiaffo, dopo Petrocelli, al M5s. L’immediato commento di Pierferdinando Casini su Twitter spiega tutto: «Stefania Craxi promossa a pieni voti, maggioranza bocciata a pieni voti. Come volevasi dimostrare». Fonti interne al Movimento hanno fatto circolare la versione di un Giuseppe Conte «molto adirato», impegnato in «telefonate di fuoco». È pur vero però che il M5s, fino a ieri sera, non aveva espresso una linea unitaria puntando poi su Ettore Licheri, preferito a Simona Nocerino. Ma Conte, si sa, pecca in autocritica e, mentre il leader della Lega Matteo Salvini dichiarava che «l’elezione di Stefania Craxi dimostra nei fatti la compattezza del centrodestra. Uniti si vince», lui convocava un Consiglio Nazionale nel quale l’argomento principale è stato proprio l’elezione di Stefani Craxi. Hai voglia a dire, come sostiene il presidente di “Noi con l’Italia” Maurizio Lupi, che «il problema non è la spaccatura nella maggioranza ma l’inaffidabilità del M5S diviso tra il ‘Pierino’ Giuseppe Conte e la responsabilità del ministro Di Maio». Qualunque sia la vera causa, in ogni caso, il campo della maggioranza sembra essersi ristretto per tutti.