Non fa bene il clima di incertezza a imprese e consumatori e quindi alla crescita. È la sintesi che si può desumere dal Rapporto Congiuntura di maggio diffuso oggi dall’Ufficio Studi Confcommercio. Il quadro è il seguente: «L’atmosfera di incertezza continua a caratterizzare lo scenario economico anche a fronte di alcuni segnali di risveglio soprattutto nel comparto dei servizi», in particolare il turismo. Segnali che però, «rischiano di essere depotenziati dall’alto livello dell’inflazione», sottolineato il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella.
«Allo stato attuale, le famiglie confermano l’orientamento al recupero di livelli di consumo e di stili di vita precedenti alla pandemia, con una parte della spesa sostenuta dai risparmi accumulati nel 2020 e, in parte, nel 2021». Sul fronte dell’inflazione, tuttavia, «dopo il rallentamento registrato ad aprile, determinato in larga parte dall’adozione di misure fiscali di contenimento dei prezzi al consumo dei beni energetici, è attesa nel mese di maggio una nuova accelerazione». Rispetto ad aprile, l’incremento è dello 0,4% e del 6,6% su base annua. Quanto alla crescita, anche a maggio il PIL è in contenuto ridimensionamento (-0,4%) rispetto ad aprile, con una variazione su base annua del 3,7%. A marzo 2022 la produzione industriale, dopo il recupero di febbraio, è risultata stazionaria, mentre il confronto su base annua registra un incremento del 2,9%. Nello stesso mese, l’occupazione ha confermato la tendenza al recupero con una crescita dello 0,4% su febbraio e del 3,6% su base annua. Ad aprile 2022 dopo un primo trimestre negativo il sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio ha mostrato segnali di recupero (+3,3% su marzo). L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha segnato ad aprile 2022 un incremento, su base annua, del 13,1%, in moderato miglioramento rispetto a marzo. Anche nell’ultimo mese il confronto ha risentito delle diverse condizioni in cui hanno operato le imprese nel 2021 e nel 2022, situazione che ha portato ad una variazione del 68,3% della domanda relativa ai servizi, mentre per i beni il confronto con aprile 2021 indica un aumento dello 0,7%.
Tuttavia, sul fronte dei prezzi, di fronte al permanere di dinamiche ancora espansive per i prezzi degli energetici non regolamentati e a tensioni nel settore alimentare, nonché in alcuni segmenti dei servizi, stanti le criticità dei mercati delle materie prime e delle filiere di approvvigionamento, «è sempre più complicato individuare l’inizio di una fase di rientro di queste dinamiche».