«Un evento epocale, inevitabile. Questo è il meglio per la Svezia»: con queste parole la ministra degli Esteri svedese, Ann Linde, ha “presentato” la firma sulla richiesta di adesione alla Nato, mossa attesa già da alcuni giorni. Il documento, così come la richiesta della Finlandia, verrà presentato all’Alleanza atlantica in settimana. «L’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato non farà nessuna grande differenza per la Russia, in quanto da tempo i due paesi partecipano alle esercitazioni militari dell’Alleanza», è stato il commento del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Già in precedenza il presidente Vladimir Putin aveva affermato di non ritenere l’attuale allargamento della Nato una minaccia nell’immediato: «La Russia non ha problemi con la Finlandia e Svezia», tuttavia – aveva anche precisato – «l’espansione delle infrastrutture militari in questo territorio solleciterà sicuramente la nostra risposta». Svezia e Finlandia potranno contare sul sostegno dell’UE, ha assicurato l’Alto rappresentante per gli Affari esteri, Josep Borrell. «Riceveranno un forte sostegno, sono certo, da tutti gli Stati membri, perché accresce la nostra unità e ci rende più forti». Quanto ai dubbi della Turchia, «spero che la Nato riesca a superarli». Ad ogni modo sembra aumentare il divario tra Russia e Occidente. «Le azioni dei paesi occidentali nei confronti della Russia – è la posizione espressa dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, riportato dall’agenzia russa Interfax – sono una guerra, sarebbe più corretto ora indicare i paesi non amici come ostili. La Russia – ha quindi aggiunto – non può essere isolata politicamente, economicamente o nella sfera dell’informazione. Gli ucraini sono persone pacifiche e di talento, fraterne alla Russia, ma sono state ingannate per molto tempo. A volte sembra che l’esistenza stessa della Russia sia motivo d’irritazione per l’Occidente, pronto a fare qualsiasi cosa per impedirci di svilupparci a modo nostro e di vivere come vogliamo». Nuova telefonata, oggi, tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz ed il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «I due hanno messo in chiaro che una soluzione negoziale potrà esserci solo con l’immediata fine dei combattimenti da parte della Russia e con il ritiro delle truppe», ha precisato il portavoce del governo tedesco. Ma un accordo all’orizzonte ancora non c’è. «Attualmente – ha dichiarato il consigliere presidenziale e negoziatore ucraino, Mikhailo Podolyak, stando all’agenzia ucraina Unian – il processo negoziale è sospeso: dopo l’incontro di Istanbul non ci sono stati cambiamenti, nessun progresso. La Federazione Russa resta ancora sulle sue posizioni stereotipate. Ma ogni guerra finisce al tavolo delle trattative e questo processo sarà moderato da Zelensky».