Ucraina, Di Maio: «L’Italia non pone veti sul sesto pacchetto di sanzioni»
«Sono l’unico strumento pacifico a nostra disposizione per portare Putin al tavolo diplomatico»

«L’Italia non pone veti» sul prossimo pacchetto sanzionatorio contro la Russia. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, oggi a Bruxelles per il Consiglio europeo esteri. «Vogliamo approvare il sesto pacchetto sanzioni il prima possibile perché le sanzioni sono l’unico strumento pacifico a nostra disposizione per portare» il presidente russo Vladimir «Putin al tavolo diplomatico», ha sottolineato il titolare della Farnesina, osservando che l’Unione europea deve superare «il principio dell’unanimità». Il motivo è semplice: «Un Paese solo, in questo caso l’Ungheria, non blocchi le decisioni». Il governo ungherese è tra i più restii ad includere l’embargo del petrolio russo tra le misure sanzionatorie. Imponendo le sanzioni, i Paesi occidentali sperano di mettere sotto pressione il Cremlino, spingendolo al tavolo delle trattative, che non sono mai state chiuse completamente, sebbene si siano rivelate infruttuose. Non per questo vanno abbandonate, però. Secondo Di Maio, c’è bisogno di «un’iniziativa di pace molto più strutturata»: «Finora abbiamo assistito a iniziative di Paesi singoli, come la Turchia, per riportare la crisi ucraina al tavolo negoziale. Abbiamo sostenuto la Turchia e continueremo a sostenerla ma crediamo serva un’iniziativa di pace molto più strutturata, che possa coinvolgere le organizzazioni internazionali e gli attori geopolitici più importanti. L’Ue può avere un ruolo chiave lanciando questa iniziativa», ha concluso il ministro degli Esteri. Sul dossier ucraino, il governo ha registrato qualche tensione nella maggioranza, con i due principali partiti, Lega e Movimento 5 stelle, che hanno chiesto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, un maggiore impegno nella ricerca di una soluzione diplomatica per ristabilire la pace in Europa (un messaggio che il premier ha recapitato al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in occasione di un incontro alla Casa Bianca la settimana scorsa). «Giovedì il presidente del consiglio verrà in aula, parlerà e ci sarà un dibattito, ma io credo che quello che Draghi ha detto e fatto a Washington parlando a nome dell’Italia e dell’Europa, abbia avvicinato molto le posizioni e reso tutti consapevoli del fatto che in questo momento dobbiamo essere uniti e dobbiamo condividere le scelte con il resto dell’Europa», ha commentato il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, intervenendo da Piacenza, dove si trovava per sostenere la candidata sindaca del Pd, Katia Tarasconi. «Perché quello che facciamo con i nostri partner europei ha una sua efficacia, mentre se ci mettiamo a fare scelte da soli, alla Orban, sbagliamo. L’Italia non è l’Ungheria di Orban è un Paese che agisce assieme ai suoi alleati», ha concluso Letta.