Stavolta è toccato a Renault, poi chissà. Da oggi le attività Renault in Russia sono diventate di proprietà della Russia. La casa automobilistica francese, a seguito del suo ritiro dal Paese dopo l’invasione dell’Ucraina, ha firmato degli accordi «per il trasferimento degli asset russi del gruppo Renault alla Federazione Russa e al governo di Mosca». Renault ha venduto la sua controllata russa e la sua quota di controllo in Avtovaz, casa automobilistica produttrice della Lada, e manterrà l’opzione di riacquisto delle sue azioni per sei anni, «esercitabile in determinati periodi». L’operazione è stata approvata all’unanimità dal Cda della casa automobilistica francese. Di conseguenza: il 100% delle azioni del Gruppo Renault in Russia passa alla città di Mosca, la partecipazione del 67,69% in Avtovaz passa al Nami ovvero l’Istituto Centrale per la Ricerca e lo Sviluppo di Automobili e Motori. La Avtovaz continuerà ad assemblare l’intera gamma delle auto Lada nei suoi stabilimenti e offrirà i servizi di manutenzione per le autovetture Renault in Russia.
Da sottolineare che il valore contabile delle attività immateriali consolidate, degli immobili, impianti e macchinari e dell’avviamento del Gruppo in Russia, al 31 dicembre 2021, ammontava a 2.195 milioni di euro. «Oggi abbiamo preso una decisione difficile ma necessaria – ha detto Luca de Meo, CEO del Gruppo Renault – e stiamo facendo una scelta responsabile nei confronti dei nostri 45.000 dipendenti in Russia, preservando le prestazioni del Gruppo e la nostra capacità di tornare nel Paese in futuro, in un contesto diverso». Vale la pena ricordare che nel mese di aprile anche Stellantis ha sospeso la produzione nel suo stabilimento di Kaluga in Russia, a causa «delle molteplici sanzioni e alle difficoltà logistiche riscontrate», al fine di «garantire il pieno rispetto di tutte le molteplici sanzioni e di tutelare i propri dipendenti».
Renault aveva dichiarato, già nel mese di marzo, di voler sospendere le operazioni nel proprio stabilimento in Russia a causa della pressione crescente innescata dal conflitto in Ucraina. L’azienda, al 15% di proprietà dello Stato francese, ha confermato una svalutazione “non-cash” di quasi 2,2 miliardi di euro, per riflettere i potenziali costi di una sospensione delle attività in Russia. Oltre 400 aziende, non solo Stellantis, si sono ritirate dal Paese dopo l’invasione dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio, lasciando indietro miliardi di dollari di asset. Un piatto veramente ricco.