Sul tavolo, la riforma complessiva, ma anche l’impatto sul potere d’acquisto

Appare sempre più urgente la ripresa del confronto in materia di pensioni, anche per mettere un freno alle voci che continuano a rincorrersi. Lo chiedono i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, da ultimo in occasione della audizione sul Documento di economia e finanza. Proprio nel Def, la questione previdenziale è trattata in maniera marginale. Poche righe per confermare, principalmente, l’impianto contributivo, una risposta diretta a chi, come la Cgil, aveva proposto un ritorno al retributivo, ben sapendo, peraltro, che tale proposta non sarebbe mai passata né in Italia né, soprattutto, in Europa. L’ultima ipotesi che starebbe circolando è quella di un accesso alla pensione in due passaggi. Mantenendo ferma l’età per il pensionamento prevista dalla Fornero, ad oggi 67 anni, l’anticipo di tre o quattro anni sarebbe possibile soltanto calcolando l’ammontare dell’assegno spettante con il sistema contributivo, salvo poi recuperare qualcosa in seguito. Si tratta di una ipotesi che, però, appare di complessa attuazione; più semplice, in questo senso, percorrere altre strade, anche se impopolari, come l’introduzione di penalizzazioni esplicite. Intanto, l’Ugl in particolare insiste sull’altra grande questione, quella del potere d’acquisto delle pensioni in essere. I pensionati, come e più di altre categorie, stanno soffrendo per gli aumenti dei prezzi dei generi di prima necessità.