Dopo quattro anni di attesa, si sblocca la vertenza: 90 euro di aumenti medi

Un rinnovo atteso da anni e che può rappresentare, a ragione, una ripartenza per un settore sempre più centrale nella vita del Paese, considerando anche la transizione ambientale su cui l’Europa sta investendo risorse importanti. Dopo una lunga attesa – il precedente accordo era infatti scaduto addirittura il 31 dicembre del 2017 – è stato rinnovato il contratto collettivo nazionale di lavoro del trasporto pubblico locale. Il contratto interessa circa 120mila addetti fra autoferrotranvieri e internavigatori. Subito dopo la firma, le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal hanno sospeso lo sciopero previsto per il prossimo 30 maggio. Il nuovo contratto collettivo, spiegano i sindacati, ha una valenza dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023. La parte economica prevede aumenti tabellari medi di 90 euro, mentre rispettivamente 8 euro e 12 euro andranno a coprire le voci indennità ferie (per un totale di 25 o 26 giornate) e assistenza sanitaria integrativa (con cadenza mensile). Prevista anche l’erogazione di 500 euro di una tantum quale indennità di vacanza contrattuale. Formalmente, l’accordo sarà ora sottoposto ai lavoratori e alle lavoratrici, chiamati ad esprimersi con un referendum. In attesa di questa formalizzazione, le federazioni di categoria hanno comunque espresso un giudizio positivo, rimandando però alcuni aspetti normativi al prossimo rinnovo.