«La considero una vendetta politica», ha commentato il presidente della commissione Vito Petrocelli

La Commissione esteri del Senato è stata sciolta ieri nel tardo pomeriggio dalla Giunta per il regolamento del Senato, l’organo ha il compito di stabilire come interpretare il regolamento di Palazzo Madama, chiamata ad esprimersi sul destino della commissione, dopo che 20 membri (su 22) si erano dimessi la scorsa settimana per protestare contro il presidente Vito Petrocelli, noto per le sue posizioni filo-russe e filo-cinesi. «La considero una vendetta politica per un senatore che legittimamente ha votato no all’invio delle armi in Ucraina», ha commentato Petrocelli, che, dopo aver pubblicato il 25 aprile un tweet in cui ostentava una “Z” in sostegno di Mosca, è stato espulso dal Movimento 5 stelle (in realtà, l’espulsione non si è ancora concretizzata). Nessun rimorso per il tweet che ha contribuito ad alimentare il caso: «Quella è stata una provocazione, che rifarei, siamo in tempi in cui non serve più essere moderati», ha detto, rivendicando quanto scritto sulla piattaforma social. Petrocelli ha annunciato infine che intende fare ricorso, pur ammettendo di ignorare su quali basi: «Chiederò al mio legale». Adesso la Commissione dovrà essere ridisegnata, a brevissimo: «I gruppi sono invitati a procedere alle designazioni di rispettiva competenza entro venerdì 13 maggio», ha annunciato la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, comunicando la dead line.