Conflitto in Ucraina: in Europa sta crescendo una precisa richiesta. Molti «si chiedono anche: come possiamo promuovere dei negoziati credibili per costruire una pace duratura?»

Dall’incontro di ieri tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, c’è una parola che più di altre risuona e si ripete nel frastuono mediatico: pace. Dopo aver ribadito (necessariamente) la solidità del fronte Occidentale e le linee guida comuni tra Usa e Ue, e quindi Italia, Draghi ha affermato: «Molti in Europa condividono la nostra posizione unita nell’aiutare l’Ucraina, e nel sanzionare la Russia. Ma si chiedono anche: come possiamo mettere fine a queste atrocità? Come possiamo arrivare a un cessate il fuoco? Come possiamo promuovere dei negoziati credibili per costruire una pace duratura?». Parole che sembrano aver rasserenato – per ora – la Lega, più interessata ad un percorso di pace. «Grande soddisfazione per le parole di Mario Draghi, che alla Casa Bianca ha insistito sul tema della pace. Esattamente quanto auspicato da Matteo Salvini alla vigilia del viaggio del Presidente del Consiglio», così hanno diffuso le agenzie citando «fonti della Lega». Il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, da parte sua ha detto che «è necessario riavviare tavoli negoziali fra Russia e Ucraina per raggiungere un cessate il fuoco duraturi, così da poter salvare civili innocenti e avviare un percorso che porti alla fine delle ostilità». Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, secondo l’agenzia Tass, ha detto che la Russia «non vuole affatto» una guerra in Europa, mentre l’ambasciatore cinese in Italia, Li Junhua, ha sentenziato oggi: «Sanzioni? Roba da guerra fredda». Per lui, «la priorità è fare tutto ciò che è possibile per un progresso attraverso i negoziati tra Russia e Ucraina». Nel frattempo, è arrivato un nuovo accorato appello del Papa per la pace nel mondo, durante l’udienza generale di oggi, e due mogli dei soldati del battaglione ucraino Azov lo hanno incontrato, nella speranza che sia data ai loro soldati la possibilità di evacuare dall’acciaieria. «Noi speriamo che questo incontro ci dia una chance per salvare le loro vite», hanno detto Katarina e Yulia. Malgrado l’Amministrazione Usa sia apparsa più scettica sulla possibilità di avvio di negoziati seri ed efficaci tra Mosca e Kiev, la dichiarazione congiunta della Casa Bianca contiene un richiamo alla ricerca della «pace», voluto da Draghi nei colloqui e ribadito davanti a giornalisti. Ma ciò non vuol dire che l’Italia smetterà di inviare armi all’Ucraina. Infatti, per il ministro del Sud, Mara Carfagna, «non serve un nuovo voto in Parlamento sulle armi a Kiev», «le scelte di questa portata si esaminano in Parlamento solo se succede qualcosa di radicalmente nuovo». La pace nella maggioranza di Governo è ancora in pericolo?