Allo studio una possibile stretta sui tempi determinati con obbligo della causale

Indiscrezioni di stampa portano a credere che il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, voglia aprire un nuovo fronte con le parti sociali, associazioni datoriali in particolare. L’idea dell’esponente Dem sarebbe quella di provare a replicare anche nel nostro Paese il modello spagnolo, introducendo una forte stretta sui contratti a tempo determinato. Nella penisola iberica, la riforma da poco entrata in vigore prevede l’apposizione della causale pure sui contratti di brevissima durata e un deciso incremento della contribuzione a carico del datore di lavoro. I primi segnali sembrerebbero incoraggianti con una riduzione dei contratti a tempo determinato in favore di quelli a tempo indeterminato. Da capire quale potrebbe essere la reazione di Confindustria e delle altre associazioni datoriali, come pure all’interno della stessa compagine di governo: dalla Lega ad Italia viva, passando per Forza Italia e Azione, sono diverse le formazioni che appoggiano Mario Draghi che potrebbero non essere d’accordo con questa ulteriore stretta. Intanto, sempre dalla Spagna arriva un secondo elemento di interesse: il salario minimo mensile legale è salito da 965 a mille euro. In Italia, si è parlato spesso di paga base oraria per legge, senza peraltro suscitare particolare entusiasmo in Cgil, Cisl, Uil, Ugl e nelle altre parti sociali, e non di minimo mensile da garantire.