La pandemia ha accentuato aspetti già evidenziati in precedenza, aggiungendo criticità

Come rilanciare il valore del lavoro. È questo il quesito che si pone nel primo capitolo del Rapporto Censis-Ugl presentato, come tradizione, alla vigilia del 1° maggio. Abbiamo davanti delle nuove e possibili opportunità; la sfida è quindi quella di saperle cogliere, in quanto «è forte in questa fase la percezione collettiva che si è agli inizi di una nuova, straordinaria, fase di ulteriori radicali cambiamenti». In ogni fase di cambiamento, però, sono altrettanto forti le contraddizioni: guardando al lavoro, preoccupa soprattutto la parabola delle retribuzioni e delle tutele. Preoccupa inoltre l’allentarsi del collegamento fra lavoro e identità soggettiva e sociale. Si arriva, in questo modo, ad una «svalorizzazione del lavoro» con il risultato che «nella percezione collettiva sono aumentate le disparità sia verticali, tra apicali ed esecutivi, sia orizzontali, tra settori baciati dal boom digitale e da inedite opportunità nel periodo pandemico e altri falcidiati dalle conseguenze di uno o di entrambi i processi indicati». Da qui, le contraddizioni più evidenti con il remote working (termine che meglio coglie quanto successo durante i primi mesi del Covid-19) e il digitale che portano gli individui e la comunità a riorganizzarsi, proprio mentre la precarietà si allarga. Il rischio concreto è che il lavoro venga visto sempre più soltanto come fonte di reddito per dedicarsi poi alle attività che interessano realmente la persona, una questione già emersa in passato, ma che oggi assume ancora una maggiore valenza, complice la pandemia da Covid-19. Un passaggio del Rapporto chiarisce bene il senso del presente: «Il lavoro, in questi anni sotto impulso della tecnologia, della competizione sui mercati, della globalità e anche delle nuove esigenze dei lavoratori, si è pluralizzato in tanti lavori dai contenuti e dalle forme diversificate, tutte però alla ricerca del riconoscimento appropriato di retribuzioni, tutele e rispetto: ecco la sfida vera del prossimo futuro per lavoratori, sindacati, istituzioni e società».