Dl Aiuti: misure eccezionali per 14 miliardi di euro. Basteranno?

Quattordici miliardi di aiuti, che si aggiungono ai venti già stanziati finora: questa l’entità del Dl Aiuti varato ieri sera dal Governo non senza qualche difficoltà. «Il Governo cerca di fare il possibile per poter dare un senso di direzione, di vicinanza a tutti gli italiani, e le decisioni di oggi rappresentano bene la determinazione del governo, le misure di oggi affrontano prima di tutto il problema del caro vita», ha detto Mario Draghi in conferenza stampa.
Il Dl comprende anche la tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche che sale dal 10 al 25% per finanziare un bonus da 200 euro per lavoratori e dipendenti con redditi fino a 35.000 euro, comprese le partite Iva. Un sostegno che coinvolgerà 28 milioni di italiani. Il taglio delle accise sui carburanti è prorogato fino all’8 luglio e gli interventi contro il caro-bollette, a tutela di 5,2 milioni di famiglie, vengono estesi fino al terzo trimestre. L’impegno del governo, ha sottolineato Draghi in conferenza stampa, è «intenso, determinato e deciso» e l’esecutivo «è pronto a intervenire ancora se la congiuntura dovesse peggiorare». Tra le misure più rilevanti, l’estensione fino al 31 dicembre delle garanzie sui prestiti bancari alle Pmi e alle imprese maggiori attraverso la Sace. Il bonus sociale per le bollette di energia elettrica e gas diventa parzialmente “retroattivo”, con la possibilità di compensare quelle già pagate con quelle future. Aiuti per gli affitti e per i trasporti pubblici. Prorogato dal 30 giugno al 30 settembre il termine per effettuare almeno il 30% dei lavori complessivi nelle villette unifamiliari ai fini dell’accesso al Superbonus 110%. Velocizzate le procedure di autorizzazione per gli impianti di energia da fonti rinnovabili, mentre le opere necessarie per i nuovi rigassificatori diventano «interventi di pubblica utilità, indifferibili e urgenti». Ed è qui che il Dl Aiuti è entrato in difficoltà: in Consiglio dei Ministri l’atmosfera è diventata tesa per il «No» del Movimento all’inceneritore di Roma. La richiesta di stralciare la norma non è passata e i 5s hanno deciso di mettere agli atti il loro dissenso non partecipando al voto.