Il presidente del Consiglio è intervenuto al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria

«La guerra in Ucraina pone l’Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica». Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria, a Strasburgo. Invadendo il vicino ucraino, la Russia «ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione europea: la pace nel nostro continente», ha aggiunto il premier, tra i più convinti sostenitori delle sanzioni come strumento di pressione sul Cremlino: «Abbiamo appoggiato le sanzioni che l’Ue ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro», ha assicurato il premier. Che, comunque, non rinuncia alla via diplomatica: «L’Italia, come Paese fondatore dell’Ue, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica». Nel corso del suo intervento, Draghi ha indicato le sfide che attendono l’Unione europea, a partire da quella energetica, auspicando il passaggio ad «un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso». Della futura Unione europea dovranno far parte anche altri Stati: «L’Italia sostiene l’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’Ue». Non andrà invece a Mosca, il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha smentito le indiscrezioni, circolate in queste ore, che riferivano di una presunta richiesta di un visto per la Russia: «L’obiettivo di arrivare alla pace a qualunque costo, e incontrando tutti come ribadito oggi dal Santo Padre, rimane per me una priorità», ha detto, sottolineando che «un rinnovato accordo fra Russia, Ucraina, Europa e Stati Uniti deve essere il traguardo di tutti».