di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Quest’anno ancora un Primo Maggio “differente” per l’Ugl, nel percorso di rinnovamento del sindacato che ci sta portando a sperimentare forme di aggregazione più adatte al mondo contemporaneo, al posto di riti consueti, datati e anche un po’ fuori luogo in tempi di pandemia e guerra. Per celebrare la Festa dei Lavoratori appena trascorsa abbiamo, infatti, dato vita ad una serie di eventi, la presentazione del rapporto Ugl-Censis sul mondo del lavoro, ad esempio, per parlare di problemi concreti e cercare soluzioni. Culminati con un incontro a Bruxelles fra la Segreteria Confederale ed un’ampia delegazione di sindacati di altri Paesi del Vecchio Continente. Un evento internazionale perché molte, moltissime delle decisioni che incidono sulle vite delle lavoratrici e dei lavoratori in Italia vengono prese in sede Ue ed un sindacato che voglia concretamente migliorare le condizioni di lavoro dei propri rappresentati non può far altro che prenderne atto ed agire di conseguenza, attraverso un maggiore coordinamento con le altre organizzazioni dei lavoratori di altri Paesi ed in particolare con quelle con le quali si condividono idee e visioni. Un incontro importante in tempi così drammatici, che hanno riportato scenari di guerra sul suolo europeo, anche per ribadire la necessità di riportare la pace e non avventurarsi in pericolose escalation di ostilità dagli esiti imprevedibili, da un lato di aiutando i profughi, dall’altro favorendo il dialogo per arrivare a un cessate il fuoco che fermi le perdite di vite umane e che riporti la serenità a livello sociale ed economico nella nostra Europa. Ed ecco, quindi, che l’ormai celebre pullman azzurro della Confederazione è arrivato nella capitale belga, sulla Rond-point Robert Schuman di Bruxelles, tra la sede della Commissione e quella del Consiglio Ue, a fare da quinta per la manifestazione sindacale alla quale hanno partecipato, oltre a noi dell’Ugl, Imre Palkovic, segretario generale del sindacato ungherese Mosz e Fran Shivers, direttore della britannica Union Blue, con i contributi di Dumitru Formes, della Confederazione rumena Meridian, Rodrigo Alonso, segretario generale della spagnola Solidaridad e Kol Nicolaj della Confederazione albanese Kssh. È stata davvero una giornata speciale per il nostro sindacato, che si fregia di essere erede di Filippo Corridoni, sindacalista rivoluzionario, e di quei tanti uomini e donne che, come lui, avevano una visione già all’epoca differente dagli altri. Prendendo a riferimento questi esempi, che fanno parte del nostro Dna, anche in questa occasione l’Ugl ha voluto essere un’avanguardia nel panorama sindacale italiano, comprendendo le sfide del presente e cercando di affrontarle prima degli altri. Ora quello che c’è da fare è lavorare, nel post pandemia e nel contesto della crisi Russo-Ucraina, per garantire un futuro ai cittadini ed ai lavoratori italiani ed europei, non più con una lotta solitaria, ma assieme alle altre organizzazioni sindacali che condividono i nostri valori. “Together for the Europe of Work”, insieme per l’Europa del Lavoro.