DELUSIONE CRESCENTE
La promozione della crescita economica e dell’occupazione (Obiettivo 8 dell’Agenda 2030), negli ultimi due anni, ha segnato alcune delle performance peggiori. Il peggioramento, infatti, è sia quantitativo (meno occupati) che qualitativo (è cresciuto il lavoro sottopagato e quello irregolare). L’unica consolazione è arrivata dalla diminuzione del numero degli infortuni sul lavoro, diretta conseguenza, però, dei lunghi periodi di lockdown e del ricorso esteso allo smart working. Molto inquietante il dato sui neet, i giovani che non studiano e non lavorano: in Italia sono il 23,3%, a fronte di una media europea del 13,7%. Il governo, in questo caso, punta molto sulla riforma degli ammortizzatori sociali.

OCCASIONI CERCASI
La pandemia ha avuto un impatto negativo anche sul versante del conseguimento dell’Obiettivo 9 dell’Agenda 2030, riferibile alle infrastrutture, all’innovazione e all’industrializzazione equa. La manifattura, in particolare, ha segnato il passo, nonostante un incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo rispetto al prodotto interno lordo. Nei fatti, il governo si gioca tutte le sue carte con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il quale prevede investimenti per poco meno di 100 miliardi di euro su tre Missioni diverse. Proprio il volume di risorse stanziate conferma, indirettamente e chiaramente, la lontananza delle previsioni iniziali dal raggiungimento dell’Obiettivo 9.