Gazprom blocca il gas verso Bulgaria e Polonia, Bruxelles risponde. Von der Leyen: «Gli europei possono contare sul nostro pieno sostegno», «l’era delle fonti fossili russe in Ue sta arrivando alla fine»

Ieri il sospetto, stamattina la conferma: Gazprom ha sospeso le consegne di gas a Bulgaria e Polonia. Motivo: il mancato pagamento in rubli. Di conseguenza, flussi del gas sospesi nei confronti di Bulgargaz e Pgnig, società rispettivamente bulgara e polacca, fino a quando i pagamenti non saranno ricevuti. I governi dei due Paesi, entrambi membri della Nato, hanno risposto di essersi preparati (la Polonia a quanto pare già da sei anni) a questa evenienza e che l’assenza di forniture può essere affrontato senza particolari ripercussioni; non per questo però mancheranno le contromisure del caso. La provocazione c’è ed è rivolta anche al resto d’Europa. Infatti, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha risposto duramente sull’interruzione unilaterale del gas ai clienti in Europa: «È l’ennesimo tentativo della Russia di utilizzare il gas come strumento di ricatto», un fatto «ingiustificato e inaccettabile. E mostra ancora una volta l’inaffidabilità della Russia come fornitore di gas». «Siamo in stretto contatto con tutti gli Stati membri – ha sottolineato von der Leyen – Abbiamo lavorato per garantire consegne alternative e i migliori livelli di stoccaggio possibili in tutta l’Ue. Gli Stati membri hanno messo in atto piani di emergenza proprio per questo scenario e abbiamo lavorato con loro in coordinamento e solidarietà», «continueremo inoltre a collaborare con partner internazionali per garantire flussi alternativi», «gli europei possono confidare che restiamo uniti e in piena solidarietà con gli Stati membri colpiti di fronte a questa nuova sfida. Gli europei possono contare sul nostro pieno sostegno». Gazprom ha fatto sapere che continuano le forniture di gas naturale all’Europa attraverso l’Ucraina in linea con le richieste dei consumatori europei, ma la Duma ritiene che le forniture di gas vadano interrotte verso tutti i Paesi ostili. Mosca ha precisato di aver ricevuto oggi meno richieste rispetto al giorno precedente: 48,7 milioni di metri cubi il 27 aprile, 56 milioni il 26 aprile. Per il premier bulgaro, Kiril Petkov, l’interruzione delle forniture di gas russo, a causa della richiesta di Mosca di modificare la valuta di pagamento, rappresenta una grave violazione del contratto, al punto che il Governo di Sofia intende rivedere tutti i suoi attuali contratti con Gazprom. Il ministro polacco per le Infrastrutture energetiche, Piotr Naimsky, in un’intervista alla radio Rmf, riportata dalla Tass, ha fatto sapere che non intende più acquistare gas da società russe.