Oggi l’incontro Guterres-Lavrov, ma Mosca paventa rischi «reali» di escalation. La Corea del Nord accelera su arsenale nucleare

Nessuno vuole una terza guerra mondiale. Di certo non la vuole la Cina, che proprio oggi, in questo senso, ha lanciato un nuovo appello per un accordo di pace in Ucraina. Tuttavia le recenti parole del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, sui rischi «reali» di un conflitto a livello mondiale e del conseguente confronto nucleare (una posizione che secondo la parte ucraina mostra che la Russia sta capendo che perderà), riaccendono preoccupazioni che travalicano il solo teatro di guerra ucraino. Molto più che nelle ultime ore, pur dichiarando di voler scoraggiare la guerra, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha annunciato, nel corso della parata militare di Pyongyang per celebrare il 90esimo anniversario della fondazione dell’Esercito rivoluzionario popolare coreano (Kpra), l’intenzione di accelerare sul rafforzamento delle capacità nucleari della Corea del Nord. Insomma, la situazione internazionale resta particolarmente calda, non solo alla luce della guerra tra Russia e Ucraina. Sul piano diplomatico, i diversi attori coinvolti continuano a muoversi (oggi è il giorno dell’incontro a Mosca tra il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e Lavrov, con la richiesta di un «cessate il fuoco il prima possibile»), ma gli Stati Uniti hanno ormai lasciato capire quale sia la “dottrina”: Washington confida in un indebolimento di Mosca, così da non ripetere azioni militari altrove. Un messaggio chiaro, quello lanciato dal segretario alla Difesa, Lloyd Austin, parlando dal confine polacco al rientro dalla visita a Kiev di domenica con il segretario di Stato, Antony Blinken. E lo stesso Austin, aprendo a Ramstein, in Germania, il vertice straordinario a sostegno dell’Ucraina, dove oggi su invito degli Stati Uniti, si riuniscono i ministri della Difesa di 40 paesi, ha ribadito: «L’urgenza della situazione è nota a tutti. E noi possiamo fare di più. L’Ucraina ha bisogno oggi del nostro aiuto per vincere» e «ne avrà ancora quando il conflitto sarà finito». Intanto il Consiglio di sicurezza della regione separatista della Transnistria, in Moldova, ha denunciato un «attacco terroristico» contro un’unità militare vicino alla città di Tiraspol. Secondo l’agenzia Reuters, il ministero ha affermato che si tratta di uno dei tre attacchi di questo tipo nella regione. Infine le tensioni si estendono al Giappone. La Russia – ha riferito l’agenzia di stampa Ria Novosti, citando il ministero degli Esteri – ha infatti avvertito Tokyo che ci sarà una reazione se le esercitazioni navali congiunte con gli Stati Uniti si allargheranno.