«La libertà non è acquisita una volta per sempre e, per essa, occorre sapersi impegnare senza riserve»

«L’attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino non ha giustificazione alcuna. La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell’imperialismo e del colonialismo». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale una rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nella ricorrenza del 77° anniversario della Liberazione. «In queste settimane abbiamo assistito, con profondo senso di angoscia, a scene di violenza su civili, anziani donne e bambini, all’uso di armi che devastano senza discrimine, senza alcuna pietà», ha aggiunto il capo dello Stato, sottolineando che «l’incendio appiccato alle regole della comunità internazionale è devastante; e destinato a propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermarlo subito, scongiurando il pericolo del moltiplicarsi, dalla stessa parte, di avventure belliche di cui sarebbe difficile contenere i confini». Mattarella ha sottolineato la necessità di schierarsi al fianco degli aggrediti, aiutandoli nei modi possibili, al di là dei costi che saremmo chiamati ad affrontare: «La solidarietà, che va praticata nei confronti dell’Ucraina, deve essere ferma e coesa. È possibile che questo comporti alcuni sacrifici. Ma questi avrebbero portata di gran lunga inferiore rispetto a quelli che sarebbe inevitabile subire se quella deriva di aggressività bellica non venisse fermata subito». Secondo Mattarella, dal 25 aprile viene un appello «a praticare il coraggio di una de-escalation della violenza, il coraggio di interrompere le ostilità e di ritirare le forze di invasione. Il coraggio di ricostruire». «La straordinaria conquista della libertà, costata sacrifici e sangue ai popoli europei – e condivisa per molti decenni – non può essere rimossa né cancellata. Sappiamo anche che la libertà non è acquisita una volta per sempre e che, per essa, occorre sapersi impegnare senza riserve. Vale ovunque. In Europa come in Italia», ha concluso il capo dello Stato.