Il presidente ucraino chiede all’Occidente ulteriore sostegno. Ieri il presidente Usa, Joe Biden, ha promesso nuove armi e altre sanzioni contro la Russia

«Se avessimo avuto le armi di cui abbiamo bisogno, che i nostri alleati hanno e che anche la Russia usa, a quest’ora la guerra sarebbe già finita, perché la superiorità dell’esercito ucraino in tattica e competenza è abbastanza ovvia…». Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso al Paese, che sta resistendo all’invasione russa, iniziata oltre 50 giorni fa. Ieri il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e i leader dei Paesi alleati hanno promesso nuove sanzioni contro la Russia, al fine di costringerla alla ritirata, e nuove armi a Kiev, seppure con qualche perplessità da parte della Germania. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, sta esitando nel fornire armi pesanti – carri armati, sistemi antimissilistici –, nonostante, sondaggi alla mano, la maggioranza dell’opinione pubblica tedesca sia d’accordo. Kiev non ha nascosto la delusione e invitato nuovamente i Paesi occidentali ad accelerare le consegne. Il tempo stringe, del resto: nelle ultime ore, infatti, il conflitto è entrato in una nuova fase, con l’esercito russo che ha lanciato un’offensiva in Ucraina orientale nel tentativo di conquistare il Donbass. Nel frattempo, pur non rinunciando all’azione militare, Mosca ha consegnato al governo ucraino una «bozza» per un accordo. «La palla è nel loro campo e stiamo aspettando una risposta», ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, senza fornire ulteriori dettagli. Si tratta del primo contatto di alto livello da diversi giorni a questa parte: le immagini dei massacri a Bucha hanno rallentato, fino a stopparli, i negoziati. «A Borodyanka. Come a Bucha e in tante altre città in Ucraina. La storia non dimenticherà i crimini di guerra commessi qui», ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, in visita oggi a Borodyanka, in Ucraina. Sul campo di battaglia, l’offensiva russa sul fronte orientale non sta procedendo spedita, sostiene l’intelligence britannica. Analoghe difficoltà sta incontrando a Mariupol: qui l’esercito russo sta cercando di conquistare l’acciaieria Azovstal, dove sono asserragliati il battaglio Azov e alcuni marines ucraini, oltre a circa mille civili, perlopiù donne e bambini. Per consentirne l’evacuazione oggi è stato allestito un corridoio umanitario verso Zaporizhizhia.