Nella risoluzione, votata dalla Camera, anche l’impegno per l’Esecutivo a «promuovere una revisione sostanziale dello stesso meccanismo del Patto di stabilità e crescita

Via libera da Camera e Senato, a maggioranza qualificata, alla risoluzione che ha approvato la relazione del governo al Parlamento sul Def, che aggiorna gli obiettivi di finanza pubblica e il relativo piano di rientro del saldo strutturale verso l’Obiettivo di Medio Termine (OMT), alla luce del mutato quadro macroeconomico e di finanza pubblica. Relazione che prevede il ricorso allo scostamento di bilancio. In sostanza, Il Governo è impegnato a «monitorare, in tempo reale, l’andamento della situazione macroeconomica e dei principali indicatori congiunturali al fine di valutare, qualora si verifichi un peggioramento dello scenario economico conseguente al perdurare degli effetti negativi, l’applicazione di quanto previsto dalla legge 24 dicembre 2012, n. 243, al fine di prevedere interventi di sostegno, del tutto simili a quelli messi in campo durante l’emergenza pandemica, per le famiglie, i lavoratori e per quella parte del comparto produttivo particolarmente colpita dalle conseguenze della crisi in Ucraina, nonché ad avviare altresì con urgenza un confronto costruttivo per l’istituzione di un Fondo energetico europeo straordinario, quale strumento, a disposizione dell’Unione europea e dei suoi Stati membri, a supporto della lotta al caro energia, al fine di garantire una maggiore autonomia sul fronte energetico». Nella risoluzione figura, tra gli altri, anche l’impegno per l’Esecutivo a «promuovere una revisione sostanziale dello stesso meccanismo del Patto di stabilità e crescita, che tenga conto delle esigenze di ripresa socio-economica in ciascun Stato membro, a partire dal mantenimento dell’attivazione della clausola generale di salvaguardia, ove necessario, anche nel corso del 2023, per consentire agli Stati membri di continuare ad adottare le necessarie misure di flessibilità di bilancio finalizzate a ridurre al minimo l’impatto economico e sociale della grave crisi economica». Una revisione che si basa anche sul sostegno al Governo «nel suo sforzo in sede europea per una modifica delle regole fiscali che prenda atto della necessità di privilegiare semplicità e flessibilità e incentivo alla contro ciclicità, ai fini non solo della stabilizzazione macroeconomica, ma della promozione della crescita e della coesione».