di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Il settore del turismo, che comprende diverse attività, dal settore alberghiero a quello enogastronomico, dai trasporti alla filiera della cultura, come sappiamo ha risentito fortemente delle limitazioni agli spostamenti ed alle attività sociali durante la crisi Covid. Ora, superata, ci si augura definitivamente, la fase acuta della pandemia, resta comunque un’incognita l’andamento della nuova stagione che sta iniziando in questa primavera 2022. I primi bilanci relativi alle appena terminate vacanze Pasquali lasciano ben sperare, con una ripresa delle presenze di italiani e stranieri. Non bisogna sottovalutare, d’altro canto, l’impatto della crisi energetica e della guerra in Ucraina. I rincari dei beni energetici e delle utenze gravano anche sulle imprese del settore. La prevedibile assenza dei turisti russi, che ora ripiegheranno su vacanze autarchiche o verso Paesi amici, farà perdere cifre importanti all’Italia. I vacanzieri russi giunti nella Penisola nel 2019, epoca pre-Covid, erano stati 5,8 milioni, tra l’altro come noto niente affatto low cost, ma abituati a vacanze lussuose, con spese corrispondenti a 984milioni di euro, cifra tutt’altro che irrisoria. Il timore, poi, è che la guerra in Europa scoraggi le partenze verso il Vecchio Continente non solo di quanti coinvolti direttamente nel conflitto, ma anche di altri viaggiatori provenienti dalle Americhe o da altri luoghi remoti. Per attirare un maggior numero di visitatori sarà fondamentale offrire rassicurazioni almeno sul fronte della lotta al Covid. Per questo è così importante, come sottolineato oggi anche dallo stesso ministro Garavaglia, accantonare le restrizioni anti contagio, in Italia ancora oggi più severe rispetto a quelle di altri Paesi europei, che ormai fortunatamente non sono più necessarie. Un sostanziale allentamento farebbe comprendere che abbiamo superato la fase più critica della pandemia e che la situazione Covid è sotto controllo ed eviterebbe ai turisti complicazioni burocratiche eccessive che invece, se mantenute, potrebbero convincerli a preferire altre mete nelle quali vigono regole meno macchinose. Fondamentale anche offrire ai visitatori un sistema turistico moderno, efficiente, connesso, inclusivo. Resta il problema dell’assenza di personale, lamentata da molte aziende del settore. Per affrontarlo e risolverlo occorrono misure adeguate: un sistema di istruzione e formazione più connesso alle esigenze del mondo del lavoro, che sappia preparare le professionalità più richieste; sicuramente – è sempre opportuno ribadirlo – un doveroso rispetto delle regole da parte degli imprenditori nel rispettare quanto stabilito da leggi e contrattazione collettiva, ma anche un intervento, ormai non più rinviabile, non solo relativamente al settore specifico, sul fronte del taglio a un cuneo fiscale troppo alto, che imbriglia l’offerta di lavoro anche dal punto di vista qualitativo e della retribuzione.