Superati gli otto dollari a bushel sul Chicago Board of Trade

Sale ancora il prezzo del mais, arrivato a toccare la quotazione più alta da settembre del 2012 sul Chicago Board of Trade, ovvero 8,13 dollari a bushel (ovvero lo staio, unità di misura utilizzata negli Stati Uniti per misurare prodotti come i cereali ed equivalente a circa 27 chili di materiale), contro gli 8,07 dollari a bushel della chiusura di lunedì. In salita anche le quotazioni di grano, a 11,37 dollari (+0,8%) e di semi di soia, a 17,24 dollari (+0,6%). Una situazione, spiega la Coldiretti, legata sia elle difficoltà dei raccolti nei principali Paesi produttori, sia agli effetti del conflitto tra l’Ucraina e la Russia, che provoca inflazione, mancanza di alcuni prodotti e aumenta l’area dell’indigenza alimentare ma anche gravi difficoltà economiche per le imprese. «Nelle campagne – osserva l’associazione di categoria – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media, ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli». Quel che è peggio è che la siccità e l’aumento record dei costi di produzione stanno mettendo a rischio anche le semine di riso in Italia, un settore in cui il Paese è più che autosufficiente, con 1,5 milioni di tonnellate raccolte l’anno e oltre il 50% di tutta la produzione europea. Per il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, «è necessario investire per aumentare la produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità».