Il Governo traccia un percorso che poi viene valutato dalla Commissione europea

Neanche il tempo di gioire per il rallentamento della pandemia e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha cambiato le carte in tavola. Volendo sintetizzare, è questo il pensiero di fondo che sembra legare il Documento di economia e finanza appena presentato in Parlamento dal governo. Il Def rappresenta un passaggio sostanziale in quel percorso messo in piedi dall’Unione europea ormai da qualche anno. Con il Def, infatti, parte quello che in gergo viene definito il semestre europeo, che, iniziando appunto con il Def, prosegue con le note della Commissione europea – le cosiddette raccomandazioni – ai singoli Stati membri e termina con la presentazione e la successiva approvazione della Legge di bilancio. Il Def quindi non è un atto meramente formale, quanto piuttosto un tassello fondamentale per la Commissione europea e per gli stessi cittadini per capire cosa intende fare il governo di turno, in ragione delle condizioni economiche presenti. A settembre, è prevista una nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, la cosiddetta Nadef, che è poi la base per il disegno di Legge di bilancio. Fra la Nadef e il disegno di legge passano infatti poche settimane, di norma non più di sei, per cui è quanto di più vicino alla realtà economica e sociale del Paese si possa immaginare. Leggere il Documento di economia e finanza, però, non è assolutamente semplice, in quanto la relazione introduttiva è poi accompagnata di norma da almeno un migliaio di pagine di allegati.