La guerra russo-ucraina si è innestata in un contesto di evidente difficoltà per imprese e famiglie

Il punto di partenza del Governo nella predisposizione del Documento di economia e finanza è rappresentato dal recupero registratosi nel corso del 2021 sul quale però si è abbattuta la guerra russo-ucraina. Il Governo parla infatti di buon recupero dell’economia italiana nel corso del 2021, con una crescita del prodotto interno lordo pari al 6,6 per cento in termini reali, vale a dire, tenendo conto dell’andamento dell’inflazione. Nello stesso periodo, si è anche registrata una discesa del deficit e del debito della Pubblica amministrazione in rapporto sempre al Pil. Si tratta di parametri importanti nell’ottica del rispetto degli impegni presi con i partner europei; rispettivamente sono passati, in un anno, dal 9,6% al 7,2% e dal 155,3% al 150,8%. Il presidente del consiglio dei ministri, Mario Draghi, ha più volte rimarcato il fatto che la crescita del prodotto interno lordo del nostro Paese è stata la più elevata fra le grandi economie europee. Un concetto già evidenziato a dicembre, quando molto organi di stampa arrivarono a parlare di locomotiva Italia, un appellativo di solito riservato alla Germania. La crescita è stata anche favorita attraverso un pacchetto di sostegno alle famiglie e alle imprese, oltre «al successo della campagna di vaccinazione anti-Covid». Un punto, quest’ultimo, sottolineato a più riprese, anche per rispondere a coloro che fra il 2021 e i primi mesi del 2022 hanno contestato il ricorso al green pass. Il quadro, però, da roseo è presto mutato in un colore più tetro, prima per effetto della diffusione della variante Omicron e poi per «l’eccezionale aumento del prezzo del gas naturale, che ha trainato al rialzo le tariffe elettriche e i corsi dei diritti di emissione». La crescita dei prezzi ha portato le banche centrali a cambiare o ad annunciare cambiamenti nella strategia fin qui seguita sui tassi di interesse. L’escalation bellica è arrivata soltanto dopo, innestandosi su un terreno purtroppo fertile: marzo si è chiuso con una ulteriore crescita dei prezzi.