La Congiuntura Flash di Confcommercio. Prevista inflazione al 6,3% a fine mese

L’incertezza resta la componente principale del quadro economico di questa prima parte del 2022. È quanto scrive la Confcommercio nella Congiuntura Flash di Aprile, spiegando che alla fine del mese il Paese dovrebbe registrare una flessione del PIL di mezzo punto percentuale rispetto a marzo e un aumento del 2,9% rispetto allo stesso mese di un anno fa. Il dato, avverte Confcommercio, «segue già un primo trimestre negativo, conferma di timori sulla difficoltà di raggiungere nel 2022 una crescita prossima al 3%». Per quanto riguarda i consumi, l’ICC segnala un aumento su base annua del 4,8%, riflettendo l’aumento del 44,8% registrato per i servizi e il calo del 3,9% che ha invece interessato i beni. Il confronto, se esteso a marzo 2019, mostra ancora una diminuzione dell’11,8% per l’indice generale, del 6,7% per i beni e del 24,4% per i servizi. Nel paragrafo dedicato all’inflazione si legge che per aprile il centro studi Confcommercio stima un aumento dello 0,1% a livello congiunturale e un +6,3% tendenziale. «Il conflitto in Ucraina – ha spiegato Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi Confcommercio – ha esacerbato e reso più estesi nel tempo una serie di impulsi negativi preesistenti e le tensioni inflazionistiche non sono più definite transitorie». «Ben prima del conflitto in Ucraina- ha ricordato–  si erano accumulate tensioni sulle materie prime, energetiche e non, il cui impatto sui prezzi al consumo e sui costi variabili delle imprese si avvertiva con inequivoca evidenza già nella parte finale dello scorso anno. D’altra parte, la ripresa, seppure abbastanza diffusa, non stava coinvolgendo nella stessa misura i diversi settori produttivi, trascurando le filiere del turismo, della socialità, della convivialità».