Ad incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono le imprese delle regioni del Nord Est

Nonostante un contesto assai poco favorevole, nel nostro Paese sono circa 360 mila i lavoratori ricercati dalle imprese lo scorso mese di marzo, 41 mila in più (il +13%) rispetto a febbraio e 67 mila in più (+22,9%) rispetto ad un anno fa. Lo ha rivelato l’inchiesta di “Italia Informa” sul mercato del lavoro e sulle nuove professioni emergenti in Italia. Tutto ciò a fronte del fenomeno, record italiano, dei Neet, che nel 2020 ha colpito più di 2 milioni di ragazzi, caratterizzandosi, secondo i dati della Commissione Ue, per un 23,3% dei giovani compresi tra i 15 e i 29 anni che non studia e non lavora, a cui si aggiunge un’altra fetta non trascurabile – molto spesso laureata – che decide di abbandonare l’Italia per cercare condizioni professionali migliori all’estero. Ad incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono le imprese delle regioni del Nord Est (difficile da reperire il 46,9% delle figure ricercate), seguite da quelle del Nord Ovest (41,2%), Sud e Isole (38,6%) e Centro (36,6%). In generale, secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, manca all’appello il 41% dei profili ricercati, in aumento di quasi 9 punti percentuali rispetto a marzo 2021, quando il 32% delle figure ricercate erano introvabili o con un profilo professionale non adeguato. Tiene ancora il manifatturiero, seguito dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo, dalle industrie alimentari, di bevande e tabacco. Si mantiene elevata anche la domanda di lavoro proveniente dal comparto delle costruzioni, ma anche le opportunità di lavoro offerte da servizi di alloggio, ristorazione e turistici.