Domani l’incontro con il premier Mario Draghi: «Porteremo anche un’idea di pace fiscale»

«È il momento di tagliare le tasse, non di aumentarle. Ora serve la pace fiscale». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, davanti alla Cassazione dove ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare contro la maternità surrogata. Il tema è quanto mai attuale, anche perché il punto sul fisco sarà domani, quando il premier Mario Draghi incontrerà la delegazione di Lega e Forza Italia – con Salvini ci sarà infatti Antonio Tajani e i capigruppo dei due partiti – per trovare l’accordo sulla delega fiscale. Sul tema delle tasse si registra qualche frizione nella maggioranza, nonostante Palazzo Chigi avesse in questo senso già dato rassicurazioni. Il vertice di domani servirà a fare ulteriore chiarezza. Un metodo che però non piace al segretario del Pd, Enrico Letta, il quale in un’intervista all’HuffPost, ieri, aveva sostenuto che «la continua minaccia di crisi da parte del centrodestra di governo indebolisce questa esperienza» e che «lo stesso incontro richiesto da Salvini a Draghi risponde sempre alla logica degli ultimatum». «Dopo il covid, la guerra – ha spiegato però Salvini – è il momento di tagliare le tasse, non di aumentarle sulla casa, sull’affitto o sui risparmi e i titoli di stato. Porteremo da Draghi anche un’idea di pace fiscale, le cartelle esattoriali rischiano di buttare nella disperazione milioni di famiglie e imprese. La maggioranza del governo dice “non ipotizziamo aumento di tasse”, il centrodestra è pure maggioranza in Commissione, Letta dovrebbe leggere i documenti che firma, prima di fare polemica. Non è il momento di aumentare le tasse, soprattutto sulla casa. Invito Letta a rispondere nel merito, non a fare polemica». Intanto, dall’opposizione arriva un ulteriore pressing sul fronte sanitario: «Cittadini e imprese – osserva infatti la leader di FdI, Giorgia Meloni, su Facebook – continuano ad essere vessati con misure che di sanitario non hanno un bel niente. Speranza e compagnia la smettano di insinuare la paura negli italiani. Mi auguro che dal 1º maggio non sentiremo più parlare di strumenti simil Green Pass che il governo ci ha propinato quest’anno».