Dall’analisi all’atto concreto. La bontà di una legge si misura dalla sostanza, dal risultato finale che si ottiene

Natale Forlani, già segretario confederale della Cisl e, in quegli anni, numero uno di Italia Lavoro, ricorda come «il tema centrale del Libro Bianco di Marco Biagi era quello di mettere in evidenza, con una lettura comparata, quelle che erano le nostre differenze con l’Europa». L’analisi, in particolare, era rivolta alle criticità del nostro mercato del lavoro. Per Natale Forlani, «Una ricerca utile al fine di individuare le soluzioni da presentare alle persone maggiormente a rischio». In questo caso, cade pertanto, ogni connotazione negativa sulla flessibilità, in quanto esse deve «intendersi come possibilità di nuova opportunità di occupazione». L’ex numero uno di Italia Lavoro insiste su di un aspetto di non poco conto: «Il Libro Bianco è stato elaborato quando non esisteva internet e non è cosa indifferente». L’attività di studio e di ricerca di quegli anni era indirizzata, nel ricordo di Natale Forlani, su tre obiettivi, tutti molto pregnanti: «Veicolare il diritto al lavoro, tutelare la persona nelle sue diverse espressioni, elevare l’occupabilità delle stesse. Letti con gli occhi dei lavoratori e delle lavoratrici significa guardare ad una prospettiva di lungo periodo, mettendo insieme i percorsi formativi di tutti i tipi svolti nel corso della vita professionale e non». Il concetto fortemente innovativo del pensiero di Marco Biagi è che «il diritto al lavoro non è nella legge scritta, ma diventa un diritto sostanziale, da valutare attraverso il risultato finale che si ottiene».