Gli amici di allora lo ricordano in un convegno organizzato dalla Ugl a Roma

A venti anni dal suo barbaro assassinio, avvenuto la sera del 19 marzo del 2002, l’Unione Generale del Lavoro ha voluto ricordare la figura umana di Marco Biagi. Nato a Bologna il 24 novembre del 1950, Marco Biagi ha legato il suo nome ad una intensa stagione di riforme del mercato del lavoro, bagnata purtroppo dal sangue di altri studiosi che, prima di lui, come Ezio Tarantelli il 27 marzo 1985 e Massimo D’Antona il 20 maggio 1999, caddero sotto i colpi del terrorismo della sinistra extraparlamentare, Brigate Rosse e Nuove Brigate Rosse. Biagi, di formazione socialista e cattolica, entra all’Università già nel 1974, occupandosi da subito dei temi del lavoro. Dieci anni dopo, è professore straordinario di diritto del lavoro e di diritto sindacale italiano e comparato dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Mentre prosegue la sua carriera accademica, Marco Biagi inizia ad essere apprezzato anche all’estero, andando a ricoprire diversi incarichi con la Commissione europea e con l’Organizzazione internazionale del lavoro. È consulente del ministero del lavoro dal 1995, prima con Tiziano Treu, poi con Antonio Bassolino ed infine con Roberto Maroni; le sue analisi sono apprezzate a prescindere dal colore politico della compagine che guida il governo. Biagi, nel 2001, lavora contemporaneamente al Libro bianco del mercato del lavoro e come consigliere dell’allora presidente della Commissione europea, Romano Prodi. Le sue elaborazioni, dopo la sua uccisione, portano alla definizione della legge delega 30 del 14 febbraio 2003 e al successivo decreto legislativo 276 del 10 settembre dello stesso anno. Il convegno organizzato dall’Unione Generale del Lavoro, su iniziativa del segretario generale, Paolo Capone, il 31 marzo scorso, a Roma, in Piazza Colonna, a pochi metri da Palazzo Chigi, ha riunito la squadra che accompagnò Marco Biagi in quelli che, purtroppo, sarebbero stati i suoi ultimi mesi di vita: Maurizio Sacconi, Pasquale Viespoli, Antonio Capone e Natale Forlani. Presente anche Giulio Romani della Cisl.