Il ministro nell’introduzione al DEF. Da riforma Irpef e Irap calo oneri per famiglie e imprese

Un completo blocco del gas russo causerebbe ulteriori aumenti dei prezzi, che influirebbero negativamente sul PIL e spingerebbero ulteriormente al rialzo l’inflazione. In tale scenario, la crescita media annua del 2022 potrebbe scendere sotto il 2,3 per cento ereditato dal 2021. È quanto si legge nell’introduzione al Documento di Economia e Finanza, dal ministro del Tesoro, Daniele Franco, in cui spiega quindi che la stima di crescita contenuta nel DEF – approvato giovedì dal Consiglio dei Ministri – è caratterizzata da notevoli rischi al ribasso. «Anche in questo momento difficile – si legge nel testo -, in cui la finanza pubblica è chiamata a rispondere a molteplici esigenze di natura sia congiunturale sia strutturale, si conferma la sostenibilità dei conti pubblici. Le proiezioni di più lungo termine mostrano, infatti, che il progressivo miglioramento del saldo di bilancio negli anni successivi al 2025 e la piena attuazione del programma di riforma delineato nel Pnrr consentiranno di portare il rapporto debito/PIL al disotto del livello precedente alla crisi pandemica (134,1 per cento) entro la fine del decennio». Per quanto riguarda il nodo fisco, il titolare del dicastero di via XX settembre sottolinea che «la riforma dell’Irpef e il taglio dell’Irap determinano una riduzione degli oneri fiscali su famiglie e imprese che potrà avere effetti positivi sull’occupazione e sul mercato del lavoro». Nel passaggio riguardante le misure del governo per contrastare i rincari delle bollette di luce e gas, si stima che l’aumento della bolletta energetica pagata da imprese e famiglie nel primo semestre si riduca di almeno un quarto rispetto a uno scenario senza gli interventi dell’esecutivo.