La decisione deriva dal mancato accordo con Ita Airways per il contact center

Il peggior scenario possibile, anche se, purtroppo, non inatteso visto le premesse. La decisione di Covisian di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 221 dipendenti ex Almaviva occupati nelle sedi di Palermo e Rende rappresenta l’ennesimo duro colpo per il Mezzogiorno d’Italia, già alle prese con una atavica carenza di posti di lavoro. Il tutto discende dal mancato accordo fra la Covisian e Ita Airways per la gestione del servizio di contact center, cosa che, se possibile, fa ancora più male ai lavoratori e alle lavoratrici coinvolti per il fatto che in Ita è presente una partecipazione dello Stato. Le sigle di categoria, già mobilitate da tempo, hanno subito indetto uno sciopero. Per l’Ugl, «la vicenda è strettamente connessa al tentativo di destrutturare la clausola sociale e quindi della salvaguardia occupazionale nel contact center». L’azienda, da parte propria, ribadisce che la decisione è strettamente connessa alla scadenza del 30 aprile del contratto di fornitura del servizio di contact center con Ita, aggiungendo che «resta in attesa di conoscere il soggetto subentrante nelle attività in questione al fine di poter procedere al trasferimento delle risorse professionali». La Covisian, quindi, non esclude il ricorso alla clausola sociale, ma è evidente che si è davanti ad una clausola fortemente depotenziata che rischia di essere completamente o quasi inefficace.