Lo rileva la Fondazione Gimbe, registrando un decremento dei tamponi

Contagi in calo, nella settimana compresa tra il 30 marzo e il 5 aprile. Lo rileva la Fondazione Gimbe, che monitora indipendentemente l’andamento della pandemia nel nostro Paese, sottolineando che contestualmente sono diminuiti anche i tamponi processati. Le nuove infezioni sono state 469.479, pari al 6,9% in meno rispetto la settimana precedente, quando erano state 504.487. Per i tamponi, la diminuzione è stata del 4,7%, da 3,32 a 3,16 milioni, con il tasso di positività che è rimasto stabile attorno al 13%. A livello territoriale, la situazione è disomogenea, con alcune Regioni del Nord che registrano segnali di risalita: Veneto (+1,3%), Emilia-Romagna (+10,4%). Tornano ad aumentare i decessi, sopra quota mille, da 953 a 1.049 (+10,1%), anche se il computo include 104 morti avvenute in periodi precedenti. “Il numero dei decessi che non accenna a scendere merita una particolare attenzione”, commenta il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sottolineando che, “accanto a fattori epidemiologici non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire”. Sul fronte ospedaliero, la Fondazione Gimbe registra come sia “mutato, negli ultimi sei mesi, il quadro degli ospedalizzati, con un incremento dei ricoverati con sintomi a cui non corrisponde un aumento di ricoveri in intensiva”. Dal 30 marzo al 5 aprile, i ricoverati con sintomi sono stati 10.246 rispetto ai 9.740 (+506), mentre i pazienti in terapia intensiva sono scesi da 487 a 471 (-16).