Il premier ungherese propone colloqui di pace con l’Ucraina in Ungheria, insieme a Macron e Scholz. Intesa su sanzioni UE, ma restano da definire questioni tecniche

Sul quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia c’è il consenso dell’UE, ma la decisione formale arriverà soltanto domani. Questo per dare la possibilità di approfondire alcune questioni tecniche, come ad esempio i contratti in essere tra paesi dell’Unione e Mosca per quanto riguarda l’import di carbone. Ma le nuove misure non sono in discussione, con la finalità di avvicinare un po’ di più la fine della guerra in corso in Ucraina. I provvedimenti fin qui presi e quelli futuri – ha osservato oggi il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, prima di rispondere alle domande per il question time al Bundestag – «aumenteremo le pressioni sulla Russia: il primo strumento sono le sanzioni, che sono state preparate da molto tempo, anche da prima del conflitto. E siamo sul punto di rafforzare quelle già esistenti. Il quinto pacchetto di sanzioni è pronto». Dunque, ha poi ricordato Scholz, «il nostro obiettivo deve rimanere che la Russia perda questa guerra» e la Germania continuerà a fornire armi all’Ucraina, «coordinandosi con i partner dell’UE e della Nato», anche se quest’ultima, ha ribadito il cancelliere tedesco, «non sarà parte del conflitto». Ad ogni modo si registra allo stesso l’impegno diplomatico del premier ungherese Viktor Orban, fresco vincitore alle elezioni legislative di domenica. Orban, infatti, ha parlato con il presidente russo Vladimir Putin, proponendo «il cessate il fuoco immediato» e colloqui di pace con l’Ucraina in Ungheria, con la partecipazione del presidente francese Macron e di Scholz. La risposta del presidente russo è stata «positiva», ha riferito Orban, tuttavia sottolineando che Putin avrebbe dalla sua delle condizioni da porre. La versione del Cremlino, però, è che il processo negoziale, seppure continui, sia molto «più viscoso di quanto vorremmo». Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, riporta la Tass, ha anche affermato che «la mostruosa messinscena» di Bucha verrà chiarita attraverso «un’indagine obiettiva e indipendente». Al riguardo, ha risposto il premier britannico, Boris Johnson, le azioni commesse dalle truppe russe a Bucha «non sembrano molto lontane dal genocidio» e «non ho dubbi sul fatto che la comunità internazionale si muoverà di nuovo di pari passo per imporre sanzioni ancora più dure al regime di Putin». Domani l’Assemblea generale delle Nazioni Unite voterà sulla sospensione di Mosca dal Consiglio per i diritti umani.