Decisione presa per questioni legate alla sicurezza nazionale, immediata la risposta della Russia. Pronte nuove sanzioni europee contro Mosca

L’Unione europea è pronta a colpire la Russia (e la Bielorussia) con un nuovo pacchetto di sanzioni, mentre si inaspriscono le relazioni diplomatiche tra Roma e Mosca. Ma procediamo con ordine. Oggi il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, in visita a Berlino, ha reso noto che all’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, è stata notificata «la decisione del governo italiano di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l’Ambasciata in quanto “personae non gratae». Una misura che, ha spiegato Di Maio, si è resa necessaria alla luce di questioni legate alla sicurezza nazionale, «nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa». La decisione, comunque, è stata presa anche da altri paesi europei, quali Spagna e Svezia, oltre a Danimarca, Germania e Francia. Per Cremlino simili misure dimostrano la «mancanza di lungimiranza» europea e, infatti, l’annunciata «risposta immediata» di Mosca non è tardata ad arrivare, annunciando una misura analoga con la conseguenza di un dialogo sempre più compromesso. Come dicevamo in apertura, l’UE si muove in direzione di nuove sanzioni. «Imporremo un divieto di importazione di carbone dalla Russia, del valore di quattro miliardi di euro all’anno. Ciò taglierà un’altra importante fonte di entrate per la Russia», ha affermato la presidente della Commissione di Bruxelles, Ursula von der Leyen. Il pacchetto di sanzioni comprende anche il divieto di accesso ai porti europei per le navi di Mosca, il divieto di accesso ai tir russi nell’UE e lo stop all’esportazione di prodotti tecnologici come i semiconduttori, per un valore complessivo «di 10 miliardi». «L’Occidente – la versione del presidente russo, Vladimir Putin, citato dalla Tass – sta cercando di scaricare i propri errori economici sulla Russia, per risolvere i problemi alle spese» di Mosca. Putin ha poi affermato che la Russia dovrà essere «più prudente» con le esportazioni di cibo, «specialmente verso i paesi ostili». Mentre dal terreno giungono notizie sconvolgenti, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ha confermato alla vigilia del Consiglio atlantico il sostegno militare all’Ucraina: «Vediamo le truppe russe che si ritirano da Kiev, si raggruppano, si rifocillano, e si concentrano sull’est del paese. Siamo a una fase cruciale della guerra, in cui Mosca tenterà di prendere tutto il Donbass e l’area di terra che arriva in Crimea». Quanto ai negoziati, la posizione di Stoltenberg è che «decide Kiev che tipo di accordo di pace accettare». L’agenzia Tass ha infine riferito che il Cremlino non esclude la possibilità di un incontro tra Putin e Volodymyr Zelensky, ma sarà possibile dopo che un accordo su una bozza di intesa sarà raggiunto.