Urne aperte fino a giovedì; Ugl e le altre sigle a caccia delle preferenze

Vigilia importante per circa 2,5 milioni di dipendenti pubblici. Da domani e fino al 7 sempre di aprile, sono, infatti, previste le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie nei vari comparti del pubblico impiego. A differenza del settore privato, dove le elezioni sono regolate esclusivamente da un accordo fra le parti, il famoso testo unico del 2014, nel caso del settore pubblico intervengono anche norme di legge, in particolare sui livelli di contrattazione e sulle regole per la rappresentatività. Il meccanismo elettorale, in vigore ormai da anni, presenta delle evidenti carenze che, col tempo, hanno finito per consolidare il predominio di Cgil, Cisl e Uil, rispetto alle altre sigle, Ugl in testa, che pure hanno segnato una importante crescita, quando si è potuto votare. Tanti i temi affrontati in queste settimane di campagna elettorale, ad iniziare dalla questione del potere d’acquisto degli stipendi, cosa che chiama direttamente in causa proprio Cgil, Cisl e Uil che avallarono i rinnovi contrattuali in perdita sottoscritti con l’allora governo di centrosinistra presieduto da Paolo Gentiloni, dopo una vacanza contrattuale lunga quasi un decennio. Fra gli altri temi trattati, il ritardo nella previdenza complementare, la valorizzazione professionale del personale dipendente, l’organizzazione del lavoro, la formazione e la riqualificazione, le carenze negli organici.