«Nelle guerre si possono assumere decisioni tanto crudeli da travalicare ogni limite di orrore»

«Fermare le guerre e le distruzioni è possibile, affermando in ogni dove le ragioni della civiltà umana alle quali non intendiamo derogare». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio alla presidente della Campagna italiana contro le mine Onlus, Santina Bianchini, in occasione della Giornata internazionale per l’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi. «Ogni guerra è disumana. Nelle guerre si possono assumere decisioni tanto crudeli da travalicare ogni limite di orrore», ha osservato il capo dello Stato, l’indomani le immagini provenienti da Bucha, una cittadina nei pressi di Kiev liberata dall’esercito ucraino, che mostrano decine di civili uccisi, alcuni dei quali lasciati sulle strade, altri invece sepolti in fosse comuni, dopo oltre un mese di occupazione russa. «La crudeltà dei massacri di civili inermi è spaventosa e insopportabile. Le autorità russe devono cessare subito le ostilità, interrompere le violenze contro i civili, e dovranno rendere conto di quanto accaduto», ha commentato ieri il presidente del Consiglio, Mario Draghi. E proprio gli orrori di Bucha stanno spingendo i Paesi occidentali verso sanzioni ancora più dure nei confronti della Russia. Non è escluso un embargo del petrolio russo (si veda Esteri). «L’Italia non si tirerà indietro» sul blocco dell’import di petrolio e di gas dalla Russia, ha assicurato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a Zagabria, dove ha partecipato alla Trilaterale dell’Alto Adriatico con i colleghi sloveno e croato. «Noi non abbiamo mai posto alcun tipo di veto sui pacchetti di sanzioni e non porremo alcun veto», ha aggiunto il titolare della Farnesina. Secondo Di Maio, «i fatti atroci di Bucha ci dimostrano non solo che questa guerra non è finita, ma che la sua intensità e la sua atrocità continuano ad aumentare». Anche in questo frangente, il nostro Paese intende fare la sua parte: «Di fronte a 410 civili morti e ai bambini utilizzati come scudi umani, l’Italia e i suoi partner continueranno a fornire alla Corte penale Internazionale tutte le prove che servono per trovare tutti i responsabili di questi crimini di guerra».