Nuovo allarme di Zelensky: forze russe si preparano a sferrare «possenti attacchi» contro il Donbass e il sud dell’Ucraina

Nel 37esimo giorno di guerra in Ucraina, un incendio si è sviluppato in un deposito di petrolio nella regione di Belgorod, in territorio russo non lontano dal confine ucraino. Mosca attribuisce la responsabilità dell’evento all’attacco di due elicotteri delle forze ucraine, entrati nello spazio aereo russo a bassa quota (nel caso si tratterebbe di un primo attacco del genere da parte delle forze ucraine). A tale proposito, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha avvertito che l’accaduto peserà sui colloqui, peraltro ripresi proprio in giornata, ma a distanza. Nella notte il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha lanciato l’allarme in un messaggio video sulle forze russe che si stanno raggruppando e si preparano a sferrare «possenti attacchi» contro il Donbass – dove si appresa la morte di un foreign fighter italiano – e il sud del paese, a cominciare da Mariupol (città in cui era prevista l’apertura di un corridoio umanitario per consentire a 160-170 mila civili di lasciare l’area, tra le più colpite da inizio conflitto). Nella regione di Kharkiv sono stati registrati 170 bombardamenti nelle ultime 24 ore e un razzo è caduto anche nel centro della città, stando a quanto annunciato in un telegramma dal capo dell’amministrazione civile-militare regionale, Oleh Synegubov, riferito da Ukrinform. Sul fronte diplomatico lo sforzo internazionale resta elevato. In questi giorni il presidente russo Vladimir Putin – del quale oggi media indipendenti russi hanno svelato una malattia, tumore alla tiroide, citando una serie di visite a Sochi, notizia prontamente smentita dal Cremlino – ha sentito telefonicamente diversi leader europei, tuttavia rimarcando come i tempi per un incontro con Zelensky e un possibile cessate il fuoco non siano ancora ritenuti maturi. Però, anche da parte russa, c’è la convinzione che i colloqui di pace tra le delegazioni debbano continuare, o almeno questa è la versione del ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, il quale incontrando questa mattina il suo omologo indiano, riporta il Guardian, ha osservato che l’Ucraina ha mostrato «molta più comprensione» sulla Crimea e sul Donbass (più tardi, in conferenza stampa, ha invece aggiunto che Mosca sta preparando la sua risposta alle richieste di Kiev). Intanto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, nel corso di un briefing con la stampa, ha affermato, citato dalla Tass, che «come prodotto della Guerra Fredda, la Nato avrebbe dovuto essere sciolta dopo il crollo dell’Urss». Quanto all’UE, Pechino chiede di evitare pressioni e la mentalità da Guerra Fredda sulla crisi in Ucraina: «Tutti i paesi hanno il diritto di scegliere autonomamente le proprie politiche estere, non dovrebbero costringere gli altri a scegliere da che parte stare e non dovrebbero adottare un approccio semplicistico di essere amico o nemico».