Un omaggio e un confronto con i protagonisti della stagione della riforma del lavoro
di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Oggi, nella sala Angiolillo di Palazzo Wedekind, nel centro di Roma, si è tenuto un importante evento promosso dal nostro sindacato per ricordare la figura di Marco Biagi, giuslavorista assassinato nel marzo 2002 da un commando di terroristi delle Nuove Brigate Rosse. Non solo un doveroso omaggio al professore bolognese ucciso per le sue idee, ma anche un’occasione di dibattito – con importanti personalità politiche, sindacali, datoriali ed accademiche – in merito all’applicazione delle riforme da lui ispirate nel mondo del lavoro italiano, per riflettere sullo stato dell’arte della qualità e quantità dell’occupazione in Italia, per aggiornare il diritto del lavoro alla luce del nuovo contesto produttivo, per comprendere come agire nell’obiettivo di migliorare le condizioni lavorative nel nostro Paese. Da qui il titolo del convegno: “Dalla riforma Biagi ai nuovi lavori”. Lo studioso cercò di analizzare ed affrontare le trasformazioni dei processi produttivi derivate dalla globalizzazione, avvertì che il mondo del lavoro novecentesco della seconda rivoluzione industriale era giunto al termine e tentò di proporre soluzioni adatte al contesto nuovo, ideando misure più adeguate, sostenute da un costante confronto con le parti sociali per individuare e correggere eventuali criticità, attraverso il metodo della concertazione. I suoi assassini confusero cause ed effetti, cercando di arrestare i cambiamenti economici globali e la cattiva precarietà fermarono, invece, chi voleva studiare i problemi per risolverli con interventi adeguati a mantenere produzione, occupazione e diritti. In un periodo come quello attuale, di grandi insicurezze anche economiche e lavorative e nel quale il processo di concertazione è stato interrotto da un Esecutivo un po’ troppo autoreferenziale, forse a causa della pandemia, nella speranza che col termine dello stato d’emergenza sanitaria che scade oggi riprenda il dialogo fra politica e mondo del lavoro, servirebbe un nuovo Libro Bianco. Occorrono, infatti, anche adesso, analisi e risposte aggiornate per disciplinare in modo più attuale un mondo del lavoro che è ancora cambiato rispetto a vent’anni fa, specie poi negli ultimi due anni, tra effetti del virus su economia e lavoro, crisi energetica e guerra alle porte dell’Unione europea. Per essere al passo con i tempi, unico modo realistico per salvaguardare occupazione e diritti dei lavoratori, studiando ed affrontando per tempo i cambiamenti.

Gli interventi

Al convegno, moderato da Davide Desario, direttore di Leggo, hanno partecipato illustri personalità come Maurizio Sacconi, ex funzionario Onu e Ministro del Lavoro nonché autore del libro “Il modo di Biagi”, Pasquale Viespoli, già sottosegretario per il Lavoro e le Politiche sociali, Antonio Capone di Confindustria, Natale Forlani, ex Ad di Italia Lavoro, Giulio Romani, Segretario confederale Cisl, oltre alla Ugl, che ho avuto l’onore di rappresentare in veste di Segretario Generale. Tutti a dibattere sulle idee del professor Biagi e sulla loro possibile applicazione nel mondo del lavoro odierno.